ALL'INTERNO DEL

Menabò n. 179/2022

1 Ottobre 2022

Il rendimento di una carica. I redditi dei sindaci nel lungo periodo*

Marco Bertoni, Giorgio Brunello, Lorenzo Cappellari e Maria De Paola presentano i risultati di una loro stima dell’effetto che l’assunzione della carica di sindaco ha sui redditi di lungo periodo di quest’ultimo. I costi in termini di minor reddito, al netto delle indennità di carica, sono notevoli e persistono anche dopo il termine del mandato elettorale. Tuttavia, nell’orizzonte temporale considerato, le indennità di carica permettono, in media, di compensare questi effetti negativi, generando un bilancio moderatamente positivo in termini di reddito complessivo.

L’Associazione Nazionale Comuni Italiani – ANCI – ha recentemente richiamato il rischio “di non avere più cittadini disposti ad assumere la carica di sindaco”. Anche in risposta a queste preoccupazioni la legge di bilancio 2022 ha aumentato le indennità di carica per gli amministratori locali. Tuttavia ben poco si sa di come si modifichino nel tempo i redditi di un sindaco per effetto dell’assunzione di questa carica. Quali sono le motivazioni che spingono a candidarsi a questa carica? Oltre a ideali, preferenze e valori personali, sono da considerare una serie di elementi di carattere prettamente economico, che coinvolgono la valutazione dei benefici e dei costi derivanti dall’attività politica rispetto al pieno svolgimento di un’attività lavorativa alternativa. Ricoprire una carica politica richiede infatti tempo da dedicare all’adempimento del proprio mandato, che implica una riduzione dei redditi derivanti dallo svolgimento della precedente attività lavorativa. Inoltre, il minor impegno lavorativo può comportare la perdita di capitale relazionale e l’obsolescenza di alcune competenze tecniche, che possono rendere difficoltoso il pieno reinserimento nella precedente attività una volta concluso il mandato. Per contro, l’attività svolta in ambito politico è remunerata da un’indennità di carica, e può aiutare a stringere nuove relazioni e a sviluppare competenze utili per rientrare nel mercato del lavoro con ancora maggiore successo. Se un’esperienza in politica abbia a lungo andare un impatto reddituale netto positivo o negativo è quindi difficile da stabilire a priori.

La risposta a questa domanda richiede di stimare l’effetto di una vittoria elettorale sui redditi di lungo periodo. Documentare questo effetto è importante non solo per informare i potenziali candidati riguardo alle eventuali penalità o premi reddituali associati alla loro carriera futura, ma anche per il dibattito sull’ammontare delle indennità di carica come strumento utile per compensare eventuali costi personali del servizio in politica.

In teoria, l’effetto di una vittoria elettorale è dato dalla differenza tra i flussi di reddito di un sindaco negli anni successivi all’elezione (anche dopo il termine del mandato), e l’ammontare che avrebbe guadagnato nel medesimo orizzonte temporale in caso di mancata elezione. In pratica, questo confronto controfattuale non è possibile per mancanza di dati, in quanto solo uno dei due scenari si verifica nella realtà. Esistono però metodi statistici che forniscono una buona approssimazione del confronto controfattuale. Uno di questi è il confronto dei redditi di vincitori e perdenti in elezioni decise per un pugno di voti, in cui la vittoria di un candidato può essere considerata un evento casuale.

Mentre altri studi hanno esaminato il caso dell’elezione in parlamento (i.e., A. Eggers e J. Hainmueller,.”MPs for sale? Returns to office in postwar British politics”. American Political Science Review, 2009) o in consiglio comunale (i.e., H. Berg, “On the returns to holding political office (Is it worth it?)”. Journal of Economic Behavior & Organization, 2020) il nostro lavoro si concentra sull’effetto della vittoria nelle elezioni per la carica di sindaco. Focalizzare l’attenzione su questa specifica carica è interessante in quanto la politica locale ha dinamiche di selezione e rendimenti personali diversi dalla politica nazionale e, inoltre, a differenza dei consiglieri comunali considerati nel contributo di Berg (2020), i sindaci dedicano la maggior parte del proprio tempo all’attività di amministratori locali. Ciò comporta notevoli responsabilità, ma anche potenzialmente maggiori ritorni dall’attività politica in termini di visibilità e capitale sociale.

Il nostro studio utilizza i dati forniti del Ministero dell’Interno sull’universo delle elezioni comunali tenutesi nelle regioni Italiane a statuto ordinario tra il 1993 e il 2017. Abbiamo incrociato questi dati con informazioni sulle carriere lavorative disponibili nella piattaforma VisitINPS per l’universo dei lavoratori italiani.[2] Utilizzando gli estratti conto previdenziali e i dati sulle prestazioni pensionistiche, abbiamo ricostruito i profili reddituali dei candidati alla carica di sindaco negli anni immediatamente precedenti la prima candidatura e fino a 14 anni dopo. I profili reddituali comprendono qualunque fonte di reddito o sussidio che dia luogo a contribuzione pensionistica, reale o figurativa, e i trattamenti pensionistici. Abbiamo inoltre ricostruito le cariche amministrative assunte nello stesso periodo dai candidati ed i valori delle corrispondenti indennità di carica, non registrate negli archivi INPS. Disponiamo, così, del reddito complessivo dei candidati, dato dalla somma dei profili reddituali e delle indennità di carica.

La Figura 1 riporta le stime delle differenze percentuali tra i redditi annuali complessivi dei vincitori e degli sfidanti, per il campione di elezioni decise con un margine di vittoria inferiore al 10%. Stimiamo che durante il primo mandato i vincitori ottengono un guadagno annuo in termini di reddito complessivo pari a circa il 28% del reddito degli sfidanti, corrispondente a circa 12mila €/anno. Questo vantaggio si annulla tra 5 e 10 anni dopo l’elezione e diventa una perdita nel lungo periodo. La differenza nel valore attuale dei redditi complessivi tra vincitori e sfidanti nell’orizzonte temporale considerato è comunque positiva e superiore a 40,000€, che corrisponde a circa il reddito annuale medio dei candidati sindaco nel nostro campione.

Figura 1. Differenze percentuali nei redditi complessivi tra vincitori e sfidanti alle elezioni comunali, da 5 anni prima a 14 anni dopo l’elezione del vincitore.

Note: Il grafico riporta le stime puntuali e i rispettivi intervalli di confidenza al 90, 95 e 99%.

Questa dinamica di lungo periodo dipende dalla differente evoluzione per vincitori e sfidanti sia dei profili reddituali che delle indennità di carica. Riguardo al primo punto, la Figura 2 replica l’analisi riportata nella Figura 1 escludendo dal calcolo dei redditi di vincitori e sfidanti le indennità di carica per i ruoli da amministratore. Si nota che, durante il periodo del primo mandato da sindaco, i vincitori subiscono un marcato declino nei loro profili reddituali, pari a circa il 15% del reddito degli sfidanti e corrispondente a circa 3000€/anno. Questo effetto persiste in larga parte anche nel quinquennio successivo alla fine del primo mandato. Pur restando negativo, esso diminuisce significativamente dopo dieci anni dall’elezione. Questa dinamica indica che, se non si considerano le indennità di carica, l’attività politica del sindaco causa sostanziali riduzioni nel reddito, che non vengono pienamente recuperate neanche nel lungo periodo. Gli effetti negativi dell’elezione a sindaco sui redditi al netto delle indennità sono più forti per i lavoratori autonomi, coerentemente con l’idea che gli autonomi incontrino maggiori difficoltà a ricostruire il proprio giro d’affari al termine del mandato. Questi effetti negativi sono inoltre più forti e persistenti al Sud Italia, ed in particolare nelle aree del Sud con maggiore disoccupazione, il che suggerisce che le difficoltà di rientro nel mercato del lavoro in un mercato debole e con costi di ingresso elevati possano essere rilevanti per spiegare i nostri risultati.

Figura 2. Differenze percentuali nei redditi al netto delle indennità di carica tra vincitori e sfidanti alle elezioni comunali, da 5 anni prima a 14 anni dopo l’elezione del vincitore.

Note: Il grafico riporta le stime puntuali e i rispettivi intervalli di confidenza al 90, 95 e 99%.

Riguardo al secondo punto relativo alle indennità di carica va considerato che queste ultime – e, quindi, il reddito complessivo – dipendono anche dalle carriere in politica di vincitori e sfidanti. La Figura 3 mostra le differenze nella probabilità di essere sindaco alle successive votazioni tra vincitori e sfidanti. Le nostre stime suggeriscono che gli iniziali vincitori mantengono un vantaggio rispetto agli sfidanti nella votazione che si tiene cinque anni dopo la prima. A causa del limite di due mandati imposto per legge, tuttavia, la situazione cambia dopo altri cinque anni, alla conclusione del potenziale secondo mandato. A tali differenze nelle carriere in politica corrispondono differenze nelle indennità di carica, che nei primi 5 anni dopo l’elezione sono più alte per gli iniziali vincitori rispetto agli sfidanti, vanno assottigliandosi nel secondo quinquennio successivo all’elezione, e cambiano infine segno dopo 10 anni dalla prima elezione.

Figura 3. Differenze nella percentuale di sindaci in carica tra vincitori e sfidanti alle elezioni comunali, da 5 anni prima a 14 anni dopo l’elezione del vincitore.

Note: Il grafico riporta le stime puntuali e i rispettivi intervalli di confidenza al 90, 95 e 99%.

In conclusione, le nostre stime indicano che un’esperienza politica come sindaco comporta, in media, dei costi notevoli in termini di reddito al netto delle indennità di carica, che persistono anche dopo il termine del mandato elettorale. Tuttavia, nell’orizzonte da noi considerato, le indennità di carica permettono, in media, di compensare questi effetti negativi, generando un bilancio moderatamente positivo in termini di reddito complessivo.


*Questo articolo viene pubblicato in contemporanea su lavoce.info (www.lavoce.info)

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