L’etica professionale

L’etica professionale è l’insieme di regole e di comportamenti che condiziona e limita il potere che ciascuno di noi può esercitare sugli altri e su se stesso nell’esercizio di una professione o di un ruolo.

Ho intitolato questa nota “etica professionale” perché non mi sento di impartire lezioni di etica a nessuno e perché parlare di etica professionale  riesce invece più facile sia a me sia, probabilmente, a chi vorrà interloquire sul tema.

Viviamo purtroppo in tempi difficili per una definizione di etica comunemente accettata sulla base della quale definire ciò che è bene e ciò che è male sul piano morale. C’è il  rischio di sentirsi dire che è normale che alcuni uomini abbiano bisogno di più donne e che se chi ha più soldi lo fa a casa sua invece che in squallide stanze d’albergo o dietro una fratta non si vede perché debba essere riprovato. “Magari potessi io” mi è capitato di sentirmi dire.

E allora appunto parliamo di etica professionale che appare a tutti come una cosa più concreta.
C’è una etica professionale del magistrato e dell’avvocato, del maestro di scuola e del giornalista, del medico e dell’infermiere ed io intanto affido ad essi i miei figli o i miei interessi in quanto so (quasi) per certo che essi non violeranno le regole di comportamento che la professione esige.
Se il medico divulgherà i miei segreti o se un professore abuserà del suo ruolo comportandosi in modo volgare e offensivo nei riguardi di mio figlio o di mia figlia, so che sarà radiato e condannato. E in base a questa certezza valuterò i voti che egli assegna e il potere che esercita e lo stesso farò nei riguardi di chi ha il potere di dare o non dare una notizia, di difendermi in tribunale in modo congruo o non congruo, o comunque di interferire nella vita degli altri o di fornire risorse e servizi ad altre persone.

L’etica professionale è dunque l’insieme di regole e di comportamenti che condiziona e limita il potere che ciascuno di noi può esercitare sugli altri e su se stesso nell’esercizio di una professione o di un ruolo.

Ma se sul rispetto di tali regole e comportamenti io baserò il giudizio che darò su tutte queste categorie di persone e, dunque, sulla loro etica professionale lo stesso farò nei riguardi di chi siede in Parlamento per decidere leggi che direttamente o indirettamente mi toccheranno, nonché sul presidente del consiglio, ministri, collaboratori che detengono il potere di eseguire quelle leggi e di proporne di nuove.
E tanto più severo sarò quanto più vaga e incerta è la distinzione tra ruolo del Parlamento e ruolo dell’esecutivo, dato che vaghezza e incertezza riducono il potere di controllo del corpo elettivo.

Se così stanno le cose la domanda che ci si deve porre a fronte di comportamenti eccentrici cui membri del governo e, tanto più, il loro presidente dovessero indulgere è se essi configurano una violazione dell’etica professionale cui personaggi pubblici dotati di notevoli poteri dovrebbero sottostare. Non parlo di morale: esistono ancora popoli dove la poligamia è legittima. Parlo di ruoli pubblici per domandare a me stesso e agli altri se possa essere consentito ad un Presidente del Consiglio italiano comportamenti che non tollererei neppure da un consigliere di municipio. Se il sindaco di Roma ricevesse ragazze inviategli da qualche amico per rallegrarne le serate e usasse per di più macchine del Comune per farsele portare a casa e poi come mercede o donazione nominasse una di queste ragazze assessore al comune sarebbe o no processato sulla piazza del Campidoglio? Io dico di si, nonostante i volgari complici ammiccamenti di qualche anzianotto voglioso. E allora in nome di che cosa dovremmo dimenticare o fingere di ignorare, per viltà e paura, che proprio di queste cose è stato accusato chi ci governa?

Non sempre la violazione del codice deontologico professionale costituisce un reato. Questo deve esser chiaro a tutti, al di là delle protezioni di cui le alte cariche dello Stato godono in Italia. Ma certamente ci sono comportamenti che pur se non perseguibili penalmente non sono assolutamente accettabili, in particolare per chi ricopre importanti incarichi pubblici e rappresenta nelle riunioni internazionali il nostro Paese. Quali poteri effettivi di mediazione e di trattativa ha chi è ricattabile sulla base di una foto o di una testimonianza di qualche ragazza arruolata? L’on Berlusconi ha detto che tutto quanto è emerso sulle sue vicende è spazzatura. Ha ragione. Certamente lo è, ben peggiore di quella di Napoli. Ma chi è il produttore di tale spazzatura? Vogliamo far luce su ciò?

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