Menabò n. 191/2023

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Federico Caffè, il mercato e la politica economica

Federico Caffè è misteriosamente scomparso il 15 aprile di 36 anni fa. Per ricordarlo pubblichiamo due suoi scritti giornalistici e un suo breve intervento, scelti tra moltissimi altri, che illustrano la sua posizione su temi più che mai attuali: la relazione tra mercato e intervento pubblico, le ragioni dello Stato del benessere e il suo rapporto con il cosiddetto assistenzialismo. Da questi scritti emerge anche la sua idea che lo studioso di politica economica debba avere un ruolo ben distinto da quello di consigliere del principe. I testi che pubblichiamo sono raccolti nel volume “Federico Caffè. Un economista per il nostro tempo” curato, assieme a Nicoletta Rocchi, da Giuseppe Amari che ha dedicato molti anni di preziosissimo lavoro a ricostruire l’opera di Caffè, divenendone uno dei conoscitori più approfonditi. Questo articolo vuole essere anche un omaggio a Pino che ci ha lasciato poche settimane fa.
Federico Caffè è misteriosamente scomparso il 15 aprile di 36 anni fa. Per ricordarlo pubblichiamo due suoi scritti giornalistici e un suo breve intervento, scelti tra moltissimi altri, che illustrano la sua posizione su temi più che mai attuali: la relazione tra mercato e intervento pubblico, le ragioni dello Stato del benessere e il suo rapporto con il cosiddetto assistenzialismo. Da questi scritti emerge anche la sua idea che lo studioso di politica economica debba avere un ruolo ben distinto da quello di consigliere del principe. I testi che pubblichiamo sono raccolti nel volume “Federico Caffè. Un economista per il nostro tempo” curato, assieme a Nicoletta Rocchi, da Giuseppe Amari che ha dedicato molti anni di preziosissimo lavoro a ricostruire l’opera di Caffè, divenendone uno dei conoscitori più approfonditi. Questo articolo vuole essere anche un omaggio a Pino che ci ha lasciato poche settimane fa.
Lisa Magnani partendo dalle previsioni sulla crescita della Cina nei prossimi anni sostiene che sotto molti aspetti sarà rilevante non soltanto il suo ritmo ma anche la combinazione delle sue caratteristiche che appaiono diverse da quelle del passato. Magnani attira l’attenzione sulle crescenti spese militari, sull’impegno nella ricerca e sviluppo e le conseguenze per le innovazioni e le tecnologie, sulla decrescente importanza delle esportazioni e sulle possibili conseguenze per problemi globali come il cambiamento climatico e gli equilibri geo-politici.
Lisa Magnani partendo dalle previsioni sulla crescita della Cina nei prossimi anni sostiene che sotto molti aspetti sarà rilevante non soltanto il suo ritmo ma anche la combinazione delle sue caratteristiche che appaiono diverse da quelle del passato. Magnani attira l’attenzione sulle crescenti spese militari, sull’impegno nella ricerca e sviluppo e le conseguenze per le innovazioni e le tecnologie, sulla decrescente importanza delle esportazioni e sulle possibili conseguenze per problemi globali come il cambiamento climatico e gli equilibri geo-politici.
Marco Lossani ci ricorda che la pandemia da COVID-19 e la guerra in Ucraina hanno messo in evidenza le fragilità delle Global Value Chains, consistenti anche dalle ricadute negative per la sicurezza nazionale di un’eccessiva frammentazione dei processi produttivi e illustra come la ricerca di una maggior auto-sufficienza ha spinto diversi paesi a varare provvedimenti protezionistici che hanno inflitto un nuovo colpo al modello di multilateralismo che ha dominato le relazioni internazionali per diversi decenni.
Marco Lossani ci ricorda che la pandemia da COVID-19 e la guerra in Ucraina hanno messo in evidenza le fragilità delle Global Value Chains, consistenti anche dalle ricadute negative per la sicurezza nazionale di un’eccessiva frammentazione dei processi produttivi e illustra come la ricerca di una maggior auto-sufficienza ha spinto diversi paesi a varare provvedimenti protezionistici che hanno inflitto un nuovo colpo al modello di multilateralismo che ha dominato le relazioni internazionali per diversi decenni.
Di ritorno in Italia per le feste, Fabio Calè si accorge che Berlusconi è in terapia intensiva. Un suo amico medico, impegnato in un famoso ospedale capitolino, gli mostra un diario, riemerso dagli archivi di neurochirurgia e risalente al 2013, firmato da un inglese sconosciuto, apparentemente cresciuto in Italia e non digiuno di politica. E’ il racconto in presa diretta di un ricovero post-elettorale, nel contesto di un’Italia ancora berlusconiana e già populista, con una sinistra in disfacimento che pure sta per inaugurare un ciclo di governo, e una sanità pubblica che a modo suo funziona.
Di ritorno in Italia per le feste, Fabio Calè si accorge che Berlusconi è in terapia intensiva. Un suo amico medico, impegnato in un famoso ospedale capitolino, gli mostra un diario, riemerso dagli archivi di neurochirurgia e risalente al 2013, firmato da un inglese sconosciuto, apparentemente cresciuto in Italia e non digiuno di politica. E’ il racconto in presa diretta di un ricovero post-elettorale, nel contesto di un’Italia ancora berlusconiana e già populista, con una sinistra in disfacimento che pure sta per inaugurare un ciclo di governo, e una sanità pubblica che a modo suo funziona.

FOCUS

Bernardo Fanfani si occupa del notevole aggravamento delle disuguaglianze salariali e povertà lavorativa verificatosi in Italia negli ultimi anni e sostiene, con riferimento ai lavoratori subordinati del settore privato, che all’origine di questo aggravamento c’è la riduzione non dei salari unitari ma della quantità di lavoro prestato dai lavoratori meno remunerati. Occorre quindi promuovere le opportunità di lavoro e tutelare coloro che non riescono ad accedere a contratti continuativi di lavoro subordinato.

FOCUS

Eugenio Levi osserva che il recente congresso del PD non ha invertito la tendenza al declino sia del numero dei votanti alle primarie che degli iscritti al partito e avanza un’interpretazione di tale tendenza basata sulle categorie di exit e voice proposte da A. Hirschman. Levi suggerisce che la personalizzazione della politica abbia sistematicamente favorito l’exit rispetto alla voice in quanto ha portato i leader di turno ad accentrare le decisioni e a ridurre gli spazi riservati alla voice delle minoranze interne.

FOCUS

Paolo Paesani ricorda Richard F. Kahn, esponente di punta della scuola keynesiana di Cambridge, traendo spunto da un volume di recente pubblicazione. Paesani richiama alcuni aspetti importanti del contributo di Kahn, sul piano analitico e metodologico, e ne illustra l’attualità anche rispetto alla possibilità d’inquadrarli nell’ambito della costruzione di un nuovo approccio classico-keynesiano allo studio dei problemi economici.

CONTRAPPUNTI

Leonzio Rizzo e Riccardo Secomandi intervengono sulla dichiarazione del governo secondo cui la recente delega fiscale sarebbe ispirata al principio dell’equità orizzontale. Rizzo e Secomandi avanzano una critica radicale a tale tesi concentrata sulla riconferma della flat tax per gli autonomi e sulla proposta di introdurre una flat tax incrementale per tutti, mostrando come entrambe violino in modo palese il principio di equità orizzontale. Il loro auspicio e che su questi due punti si faccia chiarezza nella fase di approvazione dei decreti delegati.

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