Menabò n. 198/2023

IN QUESTO NUMERO

Incentivare lo sviluppo frena le migrazioni? I motivi per dubitarne (e per pensare l’opposto)

Giuseppe De Arcangelis e Rama Dasi Mariani esaminano la relazione tra sviluppo e migrazioni internazionali, prendendo spunto dai recenti svolgimenti di politica europea ed internazionale e dal World Development Report appena pubblicato dalla Banca Mondiale. Dopo aver spiegato che dalla letteratura economica non emerge una relazione lineare ed univoca tra livello di sviluppo e ampiezza dei flussi migratori, De Arcangelis e Mariani riflettono sulle determinanti sociopolitiche delle migrazioni e suggeriscono di affrontare la questione con un approccio più integrato.
Giuseppe De Arcangelis e Rama Dasi Mariani esaminano la relazione tra sviluppo e migrazioni internazionali, prendendo spunto dai recenti svolgimenti di politica europea ed internazionale e dal World Development Report appena pubblicato dalla Banca Mondiale. Dopo aver spiegato che dalla letteratura economica non emerge una relazione lineare ed univoca tra livello di sviluppo e ampiezza dei flussi migratori, De Arcangelis e Mariani riflettono sulle determinanti sociopolitiche delle migrazioni e suggeriscono di affrontare la questione con un approccio più integrato.
Il Menabò, fondato da Luciano Barca, è lieto di ospitare un ricordo di Franco Rodano scritto, nel quarantesimo anniversario della sua morte, dal figlio Giorgio. Franco Rodano era amico di Barca fin dagli anni quaranta (i tempi della loro comune militanza nella sinistra cristiana e poi nel PCI). In questo scritto, facendo leva su ricordi personali e su contributi degli studiosi, viene messo in luce, in particolare, l’atteggiamento laico di Rodano nei confronti della politica e della religione.
Il Menabò, fondato da Luciano Barca, è lieto di ospitare un ricordo di Franco Rodano scritto, nel quarantesimo anniversario della sua morte, dal figlio Giorgio. Franco Rodano era amico di Barca fin dagli anni quaranta (i tempi della loro comune militanza nella sinistra cristiana e poi nel PCI). In questo scritto, facendo leva su ricordi personali e su contributi degli studiosi, viene messo in luce, in particolare, l’atteggiamento laico di Rodano nei confronti della politica e della religione.
Maurizio Franzini e Lisa Magnani intervengono nel dibattito sempre più intenso sulle probabili conseguenze dell’Intelligenza Artificiale generativa, quelle che possono migliorare la vita di tutti e quelle che possono peggiorare la vita di molti. Concentrandosi su alcune di esse, economicamente molto rilevanti, Franzini e Magnani argomentano che saranno decisive le politiche che verranno adottate allo scopo sia di prevenire evoluzioni negative sia di limitarne i danni nel caso si manifestino. Queste politiche devono essere molto diverse da quelle liberiste oggi prevalenti.
Maurizio Franzini e Lisa Magnani intervengono nel dibattito sempre più intenso sulle probabili conseguenze dell’Intelligenza Artificiale generativa, quelle che possono migliorare la vita di tutti e quelle che possono peggiorare la vita di molti. Concentrandosi su alcune di esse, economicamente molto rilevanti, Franzini e Magnani argomentano che saranno decisive le politiche che verranno adottate allo scopo sia di prevenire evoluzioni negative sia di limitarne i danni nel caso si manifestino. Queste politiche devono essere molto diverse da quelle liberiste oggi prevalenti.
Francesco Vona e Giovanni Marin ci ricordano che la transizione energetica, che è il fulcro del Green Deal europeo e il principale strumento per raggiungere gli obiettivi di mitigazione del cambiamento climatico, ha e avrà un impatto dirompente su alcune industrie e, di conseguenza, sul mercato del lavoro. Con riferimento a questo problema gli autori discutono alcuni fatti stilizzati della relazione tra transizione energetica ed esiti nel mercato del lavoro, prestando particolare attenzione al ruolo delle competenze verdi.
Francesco Vona e Giovanni Marin ci ricordano che la transizione energetica, che è il fulcro del Green Deal europeo e il principale strumento per raggiungere gli obiettivi di mitigazione del cambiamento climatico, ha e avrà un impatto dirompente su alcune industrie e, di conseguenza, sul mercato del lavoro. Con riferimento a questo problema gli autori discutono alcuni fatti stilizzati della relazione tra transizione energetica ed esiti nel mercato del lavoro, prestando particolare attenzione al ruolo delle competenze verdi.

FOCUS

Cristina Duranti descrive la situazione di povertà e deprivazione che domina in gran parte dell’Angola. Lo fa ricordandoci che pur essendo uno dei paesi più ricchi di risorse naturali dell’Africa e nonostante gli sforzi di ricostruzione post-bellica, l’Angola ha ancora oggi uno dei peggiori di indici di sviluppo umano. Ma lo fa anche a margine di una sua recente visita presso le missioni delle Suore del Buon Pastore in alcune delle zone più povere del paese, nelle aree rurali del Nord e negli slum di Luanda.

FOCUS

Giovanni Carnazza, Paolo Liberati e Agnese Sacchi si chiedono se la regola europea di pareggio del bilancio strutturale non implichi che la maggior parte dei fattori politici in grado di influenzare il bilancio pubblico nazionale sia già contenuta nelle regole fiscali sovranazionali. Analizzando l’impatto delle variabili politiche e delle regole fiscali sul saldo strutturale, gli autori rilevano una sostanziale neutralità delle prime e un significativo effetto delle seconde e perciò dubitano che in Europa rimanga ancora spazio politico per la politica fiscale.

FOCUS

Giovanna Scarchilli e Moris Triventi esaminano le disuguaglianze nel mercato del lavoro in Italia con lo scopo di stimare il peso delle disuguaglianze di opportunità. Analizzando diverse aree geografiche e considerando anni caratterizzati da importanti riforme del mercato del lavoro gli autori trovano che in tutto il territorio le disuguaglianze di opportunità si attestano attorno al 40% delle disuguaglianze totali. Queste ultime però risultano avere una dinamica eterogenea nelle diverse aree e nel tempo, mentre le disuguaglianze di opportunità sono più stabili.

CONTRAPPUNTI

Civil Servant partendo dalla semplice considerazione che tasse e contributi sociali servono a finanziare servizi pubblici e welfare sostiene che le famiglie spenderebbero molto di più per ottenere le stesse prestazioni ricorrendo al mercato, perché i fornitori devono realizzare profitti e spesso sfruttano rendite di posizione parassitarie. D’Elia presenta alcuni dati comparativi tra paesi che sembrano confermare che le famiglie riescono ad accumulare di più proprio dove si pagano più tasse, contrariamente alla narrazione prevalente.

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