Menabò n. 227/2024

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Il Rapporto Draghi tra globalizzazione e nuova politica della concorrenza

Michele Grillo legge il Rapporto Draghi alla luce di due implicazioni critiche del ritorno in Occidente della politica industriale. Gli scambi internazionali cessano di contribuire, in modo cooperativo, alla efficiente divisione mondiale del lavoro. L’invito a rinnovare la politica della concorrenza, per favorire l’attività innovativa di campioni europei, indebolisce l’antitrust. Una concorrenza tecnologica non regolata porta a equilibri inefficienti dove pochi vincitori hanno un grande potere di mercato e i profitti si trasformano rapidamente in rendite.
Michele Grillo legge il Rapporto Draghi alla luce di due implicazioni critiche del ritorno in Occidente della politica industriale. Gli scambi internazionali cessano di contribuire, in modo cooperativo, alla efficiente divisione mondiale del lavoro. L’invito a rinnovare la politica della concorrenza, per favorire l’attività innovativa di campioni europei, indebolisce l’antitrust. Una concorrenza tecnologica non regolata porta a equilibri inefficienti dove pochi vincitori hanno un grande potere di mercato e i profitti si trasformano rapidamente in rendite.
Massimo D’Angelillo e Leonardo Paggi prendono spunto dal rapporto Draghi per riflettere sulle cause politiche ed economiche delle difficoltà dell’Europa a tenere il passo con gli Stati Uniti e le economie asiatiche sul terreno della crescita della produttività. In quest’ottica, l’assenza di una politica industriale europea capace di sviluppare tecnologie avanzate, l’austerità di Maastricht e la scelta di puntare sulle esportazioni, più che sulla domanda interna, appaiono particolarmente rilevanti.
Massimo D’Angelillo e Leonardo Paggi prendono spunto dal rapporto Draghi per riflettere sulle cause politiche ed economiche delle difficoltà dell’Europa a tenere il passo con gli Stati Uniti e le economie asiatiche sul terreno della crescita della produttività. In quest’ottica, l’assenza di una politica industriale europea capace di sviluppare tecnologie avanzate, l’austerità di Maastricht e la scelta di puntare sulle esportazioni, più che sulla domanda interna, appaiono particolarmente rilevanti.
Andrea Boitani e Andrea Pezzoli riflettono sullo sviluppo e il finanziamento delle reti infrastrutturali, nelle quali emergono segni di inadeguatezza, saturazione e degrado. I temi rilevanti sono numerosi: la redditività differita, le caratteristiche dei mercati – più o meno concorrenziali – la fisiologica “miopia” dei privati e quella, non inevitabile, della politica, l’assetto della regolamentazione. Accennare ai pro e ai contro delle varie soluzioni (tutt’altro che semplici) sembra già un passo avanti.
Andrea Boitani e Andrea Pezzoli riflettono sullo sviluppo e il finanziamento delle reti infrastrutturali, nelle quali emergono segni di inadeguatezza, saturazione e degrado. I temi rilevanti sono numerosi: la redditività differita, le caratteristiche dei mercati – più o meno concorrenziali – la fisiologica “miopia” dei privati e quella, non inevitabile, della politica, l’assetto della regolamentazione. Accennare ai pro e ai contro delle varie soluzioni (tutt’altro che semplici) sembra già un passo avanti.
Elena Granaglia esamina alla luce dei dati disponibili le recenti tendenze delle risorse destinate al finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale e sottolinea quanto sia importante che tali risorse siano di dimensioni adeguate. Tuttavia, Granaglia argomenta che l’adeguatezza del finanziamento non è di per sé sufficiente; occorre ritornare a quella che fu la visione originaria del Servizio Sanitario Nazionale e sostiene che per andare in questa direzione viene in aiuto il bel libro di Chiara Giorgi Salute per tutti.
Elena Granaglia esamina alla luce dei dati disponibili le recenti tendenze delle risorse destinate al finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale e sottolinea quanto sia importante che tali risorse siano di dimensioni adeguate. Tuttavia, Granaglia argomenta che l’adeguatezza del finanziamento non è di per sé sufficiente; occorre ritornare a quella che fu la visione originaria del Servizio Sanitario Nazionale e sostiene che per andare in questa direzione viene in aiuto il bel libro di Chiara Giorgi Salute per tutti.
Raffaele Brancati e Carlo Carboni, richiamando i principali contenuti di un recente volume da loro curato, riflettono sulle dinamiche del mercato del lavoro italiano dall’inizio del XXI secolo e segnalano come, nei fatti, si sia assistito alla rapida crescita non dell’occupazione stabile e con tutele, ma della sottoccupazione e del lavoro frammentato e vulnerabile. Per uscire da questa situazione, servirebbe una strategia che agisca su varie leve, come quella tecnologica, la contrattazione, la formazione e il lavoro di cittadinanza.
Raffaele Brancati e Carlo Carboni, richiamando i principali contenuti di un recente volume da loro curato, riflettono sulle dinamiche del mercato del lavoro italiano dall’inizio del XXI secolo e segnalano come, nei fatti, si sia assistito alla rapida crescita non dell’occupazione stabile e con tutele, ma della sottoccupazione e del lavoro frammentato e vulnerabile. Per uscire da questa situazione, servirebbe una strategia che agisca su varie leve, come quella tecnologica, la contrattazione, la formazione e il lavoro di cittadinanza.

FOCUS

Natalia Orrù, Monica Pia Cecilia Paiella e Diego Pieroni mostrano come le tendenze degli ultimi vent’anni, con l’aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro e la persistenza della disparità di genere, si siano riflesse sui divari pensionistici. Le pensioni erogate alle donne nel 2023 erano del 27% più basse rispetto a quelle degli uomini; inoltre le disparità sono anche più accentuate a livello regionale, con il Nord che registra importi medi più alti assieme a divari di genere più marcati rispetto al Sud

FOCUS

Monica Pia Cecilia Paiella e Gianfranco Santoro partendo dalla considerazione che il sistema pensionistico italiano a ripartizione è minacciato dall'invecchiamento demografico e da un elevato tasso di sostituzione della pensione rispetto alle ultime retribuzioni sostengono che il contenimento della spesa pensionistica richiede riforme che incentivino il prolungamento dell’attività lavorativa, il controllo delle uscite anticipate e politiche di sostegno alla natalità che garantiscano la sostenibilità futura del sistema.

FOCUS

Federico Mucciarelli esamina una recente sentenza della Court of Chancery del Delaware, che annulla (per la seconda volta) il piano di remunerazione di Tesla a favore del CEO Elon Musk. La Corte giudica la correttezza sostanziale del procedimento decisionale non se il piano di remunerazione sia “equo”. Si tratta di un modo di ragionare molto incisivo, purtroppo alieno alla cultura dei giudici italiani. L’autore conclude che, comunque, ben difficilmente queste sentenze incideranno sulle abnormi remunerazioni degli amministratori.

CONTRAPPUNTI

Ruggero Paladini riprende l’analisi dell’Irpef iniziata nella prima parte del suo articolo pubblicata sullo scorso numero del Menabò e illustra come la base imponibile abbia nel tempo perso componenti, spiega perché un sistema duale (imposte diverse sul reddito da lavoro e da capitale) è più praticabile e mostra che una funzione continua potrebbe ricondurre ad unità il prelievo sul reddito da lavoro. Infine, sostiene che la scelta ideologica di ridurre le tasse costituisce un serio pericolo per l’equità orizzontale e verticale di un sistema fiscale.

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