Menabò n. 229/2025

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Andrea Boitani esplora i cambiamenti negli assetti proprietari delle grandi imprese e negli equilibri di potere dovuti alla crescita dei fondi di investimento e, in particolare, a quella, straordinaria, dei giganti dell’asset management noti come le Big Three che adottano peculiari strategie di investimento. Boitani mette in luce come tali cambiamenti stiano determinando un nuovo compromesso tra finanza globale e capitalismo manageriale che richiede molta più attenzione di quanta ne abbia finora ricevuta.
Andrea Boitani esplora i cambiamenti negli assetti proprietari delle grandi imprese e negli equilibri di potere dovuti alla crescita dei fondi di investimento e, in particolare, a quella, straordinaria, dei giganti dell’asset management noti come le Big Three che adottano peculiari strategie di investimento. Boitani mette in luce come tali cambiamenti stiano determinando un nuovo compromesso tra finanza globale e capitalismo manageriale che richiede molta più attenzione di quanta ne abbia finora ricevuta.
Giacomo Gabbuti illustra i principali interventi normativi degli ultimi mesi riguardanti l’università, mettendone in luce gli effetti nefandi per l’alta formazione e la ricerca – in particolare, la proliferazione di figure precarie, in un contesto di tagli durissimi e di rischi per la libertà accademica. Colpisce il sostanziale silenzio dei media e delle forze politiche di fronte alla necessità di sostenere l’alta formazione e la ricerca per la crescita economica e culturale del paese e per offrire opportunità di lavoro dignitoso ai giovani e alle giovani.
Giacomo Gabbuti illustra i principali interventi normativi degli ultimi mesi riguardanti l’università, mettendone in luce gli effetti nefandi per l’alta formazione e la ricerca – in particolare, la proliferazione di figure precarie, in un contesto di tagli durissimi e di rischi per la libertà accademica. Colpisce il sostanziale silenzio dei media e delle forze politiche di fronte alla necessità di sostenere l’alta formazione e la ricerca per la crescita economica e culturale del paese e per offrire opportunità di lavoro dignitoso ai giovani e alle giovani.
Enrico Gargiulo Enrica Morlicchio e Dario Tuorto basandosi su un loro recente volume sostengono che lo sciovinismo del welfare, che considera gli immigrati e i rifugiati un «salasso delle risorse della nazione», riflette la crisi dei sistemi di capitalismo democratico e il fallimento del progetto neoliberista e porta a status giuridici differenziati facendo perno sul «tempo» di permanenza e riconducendo la distinzione tra soggetti meritevoli e non meritevoli a quella tra «veri appartenenti» alla nazione e «ospiti indesiderati».
Enrico Gargiulo Enrica Morlicchio e Dario Tuorto basandosi su un loro recente volume sostengono che lo sciovinismo del welfare, che considera gli immigrati e i rifugiati un «salasso delle risorse della nazione», riflette la crisi dei sistemi di capitalismo democratico e il fallimento del progetto neoliberista e porta a status giuridici differenziati facendo perno sul «tempo» di permanenza e riconducendo la distinzione tra soggetti meritevoli e non meritevoli a quella tra «veri appartenenti» alla nazione e «ospiti indesiderati».
Roberto Tamborini muove dall’osservazione che dopo l'ingresso nell'euro, se si escludono i periodi di crisi di maggiore entità, il rapporto debito/PIL dell'Italia è diminuito dello 0,8% all'anno, grazie ad un consistente avanzo primario annuo dell'1,4%. Da ciò si può trarre la conclusione che di questo passo il rapporto debito/PIL impiegherebbe il prossimo mezzo secolo per raggiungere il valore medio europeo del 100%, anche escludendo incidenti di percorso sempre possibili. Uno scenario di cui non si può non tenere conto.
Roberto Tamborini muove dall’osservazione che dopo l'ingresso nell'euro, se si escludono i periodi di crisi di maggiore entità, il rapporto debito/PIL dell'Italia è diminuito dello 0,8% all'anno, grazie ad un consistente avanzo primario annuo dell'1,4%. Da ciò si può trarre la conclusione che di questo passo il rapporto debito/PIL impiegherebbe il prossimo mezzo secolo per raggiungere il valore medio europeo del 100%, anche escludendo incidenti di percorso sempre possibili. Uno scenario di cui non si può non tenere conto.

FOCUS

Sergio De Nardis evidenzia come il Green Deal europeo miri a realizzare i target di temperatura indispensabili, nella analisi degli scienziati del clima, per mitigare il riscaldamento globale. De Nardis prende, quindi in considerazione le contestazioni avanzate da governi e mondo industriale che hanno l’obiettivo di allentare la normativa evidenziandone strumentalità (neutralità tecnologica) e infondatezza (crisi dell’auto causata da regolazione).

FOCUS

Marcello Degni illustra i principali contenuti del VII Rapporto Ca’ Foscari sui Comuni che, prestando attenzione ai riflessi della nuova governance finanziaria europea, si sofferma sulle criticità della riforma contabile prevista dal PNRR per i Comuni, sul lavoro nel Comune, sulla gestione associata delle funzioni attraverso l’Unione e fa il punto sulle criticità finanziarie, con 498 procedure attive di dissesto o riequilibrio finanziario a fine 2023. Degni, concludendo, sostiene che è urgente la riforma del Titolo VIII del testo unico degli enti locali.

FOCUS

Karl Aiginger partendo da una riflessione sui cambiamenti in atto nell’ordine mondiale sostiene che l’Europa dovrebbe urgentemente dotarsi di una nuova politica industriale di cui indica le 3 principali caratteristiche e, soprattutto, dovrebbe creare partenariati con i paesi del Sud globale. Ciò richiede di orientare la politica verso una maggiore cooperazione, di lasciarsi alle spalle i conflitti storici e di accettare le differenze culturali, che possono essere un’ importante risorsa.

CONTRAPPUNTI

Rama Dasi Mariani, Anna Maria Mayda, Furio C. Rosati e Antonio Sparacino sintetizzano i risultati di una loro ricerca sull’impatto che l’immigrazione ha avuto sulla finanza pubblica locale dal 2008 al 2015. Dopo aver illustrato il quadro normativo, gli autori mostrano che al crescere delle presenze straniere sono aumentate le entrate totali mentre le uscite totali sono cambiate nella composizione (meno spese correnti e più investimenti) ma non nell’ammontare. Dal lato delle entrate, invece, si osserva un inatteso, ma spiegabile, aumento del gettito IMU.

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