Menabò n. 233/2025

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Elena Paparella ritiene che la procedura adottata dalla Presidente von der Leyen per il piano ReArm-EU confermi la debolezza istituzionale del Parlamento europeo che è al centro del suo libro “Il Parlamento europeo dalla sovranazionalità al costituzionalismo. Rappresentanza, responsabilità politica e lobbying”. Traendo spunto dalle distorsioni generate dal lobbying, il libro fa emergere, spiegandone le ragioni, le disconnessioni di un Parlamento non ancorato ad un percorso aderente al costituzionalismo democratico. Paparella avanza anche una proposta per riparare a tale debolezza.
Elena Paparella ritiene che la procedura adottata dalla Presidente von der Leyen per il piano ReArm-EU confermi la debolezza istituzionale del Parlamento europeo che è al centro del suo libro “Il Parlamento europeo dalla sovranazionalità al costituzionalismo. Rappresentanza, responsabilità politica e lobbying”. Traendo spunto dalle distorsioni generate dal lobbying, il libro fa emergere, spiegandone le ragioni, le disconnessioni di un Parlamento non ancorato ad un percorso aderente al costituzionalismo democratico. Paparella avanza anche una proposta per riparare a tale debolezza.
Paolo Liberati e Massimo Paradiso discutono il ruolo che le disuguaglianze hanno nell’alimentare il dissolvimento delle democrazie e sostengono che i programmi di tassazione globale dei ricchi si mostrano incoerenti con il mantenimento di mercati che, per il modo nel quale sono concepiti, continuano a incoraggiare la formazione delle disuguaglianze. Il senso di una piena giustizia tributaria, infatti, potrà essere compiuto solo se si ricostruisce il corpo sociale e politico della democrazia.
Paolo Liberati e Massimo Paradiso discutono il ruolo che le disuguaglianze hanno nell’alimentare il dissolvimento delle democrazie e sostengono che i programmi di tassazione globale dei ricchi si mostrano incoerenti con il mantenimento di mercati che, per il modo nel quale sono concepiti, continuano a incoraggiare la formazione delle disuguaglianze. Il senso di una piena giustizia tributaria, infatti, potrà essere compiuto solo se si ricostruisce il corpo sociale e politico della democrazia.
Ruggero Paladini basandosi sulle dichiarazioni Irpef mostra come la crescita dei salari nominali dal 2008 al 2022, sia stata – non sorprendentemente - molto modesta. Ma dalle statistiche del Dipartimento delle Finanze per fasce di età risulta che in quegli anni vi è anche stato un netto invecchiamento dei lavoratori dipendenti, dovuto all’andamento demografico e alle misure di allungamento dell’età pensionabile, con un effetto positivo sul (basso) tasso di crescita salariale. Ma la situazione è preoccupante e una seria politica dei flussi migratori è essenziale.
Ruggero Paladini basandosi sulle dichiarazioni Irpef mostra come la crescita dei salari nominali dal 2008 al 2022, sia stata – non sorprendentemente - molto modesta. Ma dalle statistiche del Dipartimento delle Finanze per fasce di età risulta che in quegli anni vi è anche stato un netto invecchiamento dei lavoratori dipendenti, dovuto all’andamento demografico e alle misure di allungamento dell’età pensionabile, con un effetto positivo sul (basso) tasso di crescita salariale. Ma la situazione è preoccupante e una seria politica dei flussi migratori è essenziale.
Gianfranco Viesti ricollegandosi a un suo precedente intervento, compara il livello di valore aggiunto pro-capite delle province italiane nel 2021-22 con quello di inizio secolo. Dal confronto emerge l’arretramento relativo di molte province del Centro-nord, prevalentemente per la contrazione della loro base industriale, oltre che di Torino e Roma. Cresce solo Milano. Questa tendenza appare preoccupante per l’intera economia italiana e per gli stessi abitanti di Milano, soggetti a notevoli costi di congestione, e a un aumento delle disuguaglianze.
Gianfranco Viesti ricollegandosi a un suo precedente intervento, compara il livello di valore aggiunto pro-capite delle province italiane nel 2021-22 con quello di inizio secolo. Dal confronto emerge l’arretramento relativo di molte province del Centro-nord, prevalentemente per la contrazione della loro base industriale, oltre che di Torino e Roma. Cresce solo Milano. Questa tendenza appare preoccupante per l’intera economia italiana e per gli stessi abitanti di Milano, soggetti a notevoli costi di congestione, e a un aumento delle disuguaglianze.

FOCUS

Angelo Marano fa il punto sugli effetti delle misure riguardanti gli assistenti sociali introdotte con la legge di bilancio 2021 che fissavano come livello essenziale delle prestazioni la presenza di un assistente sociale ogni 5000 abitanti e prevedevano contributi agli enti locali in caso di superamento di quel rapporto. I dati mostrano una crescente reattività all’incentivo, con aumento delle risorse attribuite, dei concorsi banditi e degli assistenti sociali assunti e riduzione del divario fra le regioni del Nord e quelle del Centro e del Mezzogiorno.

FOCUS

Giuseppe Daconto e Francesco Prota affermano che nell'attuale dibattito sul futuro della Politica di coesione non si dovrebbe dimenticare che essa è stata concepita per fare in modo che i benefici dell’integrazione economica non si concentrino tra pochi attori e regioni, ma siano ampiamente condivisi . Oggi l’UE affronta impegnative sfide, ma promuovere la coesione è più importante che mai per la sua competitività e inclusività. Ogni riflessione sulla riforma della Politica di coesione deve partire da questa considerazione.

FOCUS

Roberto Romano sostiene che oggi la situazione economica globale presenta segnali di instabilità simili a quelli che hanno preceduto la crisi del 1929. L’eccessiva concentrazione di ricchezza, la speculazione finanziaria e l’ascesa dell’IA potrebbero innescare un “Minsky Moment”. Il divario tra economia reale e mercati finanziari si amplia, mentre la crescente polarizzazione della ricchezza e il declino dell’azione pubblica alimentano l’incertezza. Siamo davvero alle soglie di una nuova grande crisi?

CONTRAPPUNTI

Fabrizio Patriarca partendo dalla nomina da parte della Ministra dell’Università Bernini del gruppo di esperti che ha il compito di delineare l’ennesima riforma del sistema universitario e riferendosi a un recente articolo di un autorevole membro di quel gruppo, Andrea Graziosi, discute criticamente alcune idee diffuse sui problemi dell’università e, in particolare, mostra il debole fondamento della linea ‘pochi ma buoni’ che sembra essere un punto fermo del pensiero ministeriale.

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