Prima del PCI, Regia Marina e politica

Al PCI Luciano Barca arrivò dal mare. Anzi, emergendo dal mare. Per sapere come tutto ciò sia avvenuto, lasciamo direttamente a lui la parola. E lo facciamo riproducendo alcuni brani dal suo Buscando il mare con la Decima Mas. Sono brani utili non soltanto per conoscere come, attraverso il suo modo di vivere la Regia Marina e la guerra, maturano le scelte cruciali della vita di Luciano ma anche per leggere quegli anni con lo sguardo di un ventenne.

Del periodo che precede il 1947 lasciamo parlare direttamente Luciano Barca, cogliendo alcuni brani del suo “Buscando per il mare con la Decima Mas” (ripubblicato per il Melangolo nel 2013).

Nell’Introduzione Barca scrive:

Questi frammenti di diario che vanno dal 1937 al 1945 riguardano soprattutto il periodo da me percorso in mare e sotto il mare durante la guerra. Essi erano originariamente una premessa, un ponte di passaggio a un diario politico [“Cronache dall’interno del vertice del PCI”, Rubbettino, 2005] che inizia nel febbraio del 1946 con il mio ingresso all’Unità … Dopo il deposito dell’archivio e del diario politico alla Fondazione Feltrinelli il libro ha acquistato una sua autonomia come personale testimonianza delle vie e dei modi diversi con cui tanti giovani – quando sono partito per la guerra non avevo compiuto vent’anni – approdarono prima all’antifascismo e poi alla sinistra vivendo, ora drammaticamente ora con incosciente serenità, un periodo di dure scelte.

… Ci sono state epoche in cui i confini che appaiono ben netti nei libri di storia e che erano pur segnati, agli occhi di chi non voleva rifiutare l’evidenza, da marcate contrapposizioni fra libertà e tirannia, tra fede nella ragione e fede nella forza, apparivano in alcuni momenti al singolo, soprattutto se giovane, più difficili da individuare …

E Barca trovò nella Regia Marina il contesto entro cui dare forma alle proprie scelte:

A questo debito verso la Marina, pur dopo tante traversie, delusioni, lacerazioni profonde e cinquant’anni di militanza politica nel PCI, credo ancora. Per lo schermo che la Marina mi ha offerto e al quale mi sono afferrato, non senza opportunismo, negli anni della guerra fascista; per la supplenza che essa ha esercitato, quando quasi tutta l’Italia era res nullius, nel concetto e nel ruolo di patria.

L’incontro con la Marina avviene l’1 luglio 1940, dopo l’iscrizione a Giurisprudenza, all’Università Sapienza di Roma, e dopo i primi esami, uno di economia politica con Guglielmo Masci:

Parto per Livorno per partecipare al IV Corso preliminare navale, al quale mi ero iscritto dopo il mio automatico passaggio alla leva di mare, avvenuto quando nel 1938 avevo chiesto il libretto d’imbarco come mozzo su una carboniera per un viaggio di tre mesi. … Il comandante Cippico ci comunica che, a seguito dell’entrata in guerra dell’Italia, il carattere del corso è mutato e che l’indomani giureremo come marinai comuni di seconda classe.

Nel novembre 1940 giura come aspirante guardiamarina e chiude il corso in testa assieme a Helmut Favorke di Lussimpiccolo (ucciso il 9 settembre 1943 quando le bombe tedesche affondarono la corazzata Roma):

Come io abbia fatto ad avere 20 ventesimi in attitudini fisiche e marinare e lo stesso in attitudine al comando è un mistero. … Sono in molti ad aver chiesto di poter fotografare la scena del rapporto ufficiali del mattino: Favorke, metri 2,02 con accanto Barca, metri 1,61. L’assurdo è che ho 20/20 in attitudini marinare senza saper nuotare. D’estate nessuno lo ha scoperto perché ero bravissimo a tuffarmi da uno scoglio e a raggiungere con l’abbrivio un altro scoglio. Ora a novembre arrivano i guai perché siamo passati a far le vasche in piscina. Dopo una notte di lezioni teoriche Ciccio Ferraris, campione di tuffi, mi ha condotto con sé dal tenente di vascello Zucconi a chiedere di poter continuare nelle ore di piscina i “nostri allenamenti” dal trampolino. E di volo in angelo in volo in angelo (non sapevo fare altro) dai sette metri della piattaforma di cemento non ho mai nuotato.

E così, chiamato come aspirante guardiamarina ad Augusta, viene destinato al gruppo sommergibili. E ha inizio il contatto con la guerra. Fino all’incarico come ufficiale sul sommergibile Ambra, su richiesta del comandante Mario Arillo. Missioni, rischi, dolori, ma anche regole di comunità:

Il giorno dopo il rientro, l’ufficiale in seconda, Pagni, mi invita a partecipare con lui e con il capo silurista che ha anche la custodia della cambusa alla spartizione del “fondo nero”. Vengo così introdotto a un altro rito sconosciuto ai terricoli … particolarmente importante su un sommergibile dato l’alto costo delle razioni di spettanza. Il Ministero ha stabilito un tariffario di rimborsi per tutte le razioni risparmiate … ed è così che mangiando gallette normali al posto di quelle speciali o imbarcando una damigiana di vino “da pasto” da sostituire allo Spalletti … si forma il “fondo nero” che a fine missione viene ripartito secondo criteri che variano da nave a nave. Sull’Ambra vige … il principio dell’assoluta uguaglianza dal comandante all’ultimo marò. Il nostro rito prevede che si chieda a tutti se desiderano ricevere in natura o in denaro ciò che si è risparmiato, che si dia la precedenza a quelli che chiedono di ricevere beni primari in natura e che poi si verbalizzi il risparmio finale in lire e si proceda alla ripartizione.

Nell’ottobre 1941

Il sommergibile è destinato alla Decima Mas [unità speciale della Regia Marina istituita nel 1939], assieme allo Scirè … per l’avvicinamento dei “maiali” (siluri a lenta corsa) agli obiettivi da colpire nei porti nemici. … Noi cerchiamo, ognuno per le proprie competenze, di capire cosa dovremo fare. Quello dei mezzi d’assalto e della Decima è un mondo un po’ a sé che, per certi aspetti, è anche divertente conoscere. Mi ci avventuro aiutato da Olcese, un ligure di Sori, ufficiale di rotta dello Scirè. Fa parte dei non fanatici, in verità in maggioranza, anche se Junio Valerio Borghese [ndr: comandante della Decima Mas, poi sottocapo di Stato Maggiore della Marina della Repubblica Sociale Italiana di Salò, presidente del Movimento Sociale dal 1951 al 1953 e promotore nel 1970 di un presunto colpo di Stato], forte di un indubbio carisma, ha fatto dell’equipaggio dello Scirè un gruppo di eletti dotati di grande spirito di corpo.

E intanto il fascismo…:

Siamo in quattro o cinque ufficiali della classe 1920, che abbiamo compiuto o stiamo per compiere i ventun anni e a tutti arriva una lettera della rispettiva federazione fascista in cui si comunica che come riconoscimento del nostro ruolo combattente il Partito nazionale fascista ha deciso di concederci la tessera fascista (allegata alla lettera). La lettera a me è firmata da Fera [segretario federale dei Gruppi Universitari Fascisti di Roma] … Ci riuniamo la sera … La conclusione è che tocca a me rispondere: peggio di dove sto non mi possono mandare. Rispondo così io a Fera … restituendo la tessera.

E’ arrivata la risposta di Fera. Esprime stupore e rammarico … ma la lettera è sostanzialmente dignitosa. Ha un taglio più personale che ufficiale, fondamentalmente giustificativo anche se non privo di retorica (“anch’io ho dormito in Africa con la testa sullo zaino sotto i bombardamenti nemici. Non hai diritto di scrivermi come se fossi un imboscato”).

Nel dicembre 1941 i maiali dello Scirè affondano nel porto di Alessandria le corazzate Valiant e Quen Elisabeth. In aprile la Queen Elisabeth è stata rimessa in condizione di navigare e l’Ambra si prepara ad attaccare di nuovo il porto di Alessandria:

Ore 17.30 del 14 maggio. Inizia la cerimonia della vestizione dei sei uomini che dovranno tentare di violare il porto … Ore 19.25. Poggiamo su un fondale di circa dieci metri. Arillo ordina l’affioramento … Ciò che più mi ha colpito, negli attimi che mi sono affacciato in torretta per fare il punto … sono state le luci delle macchine sul lungomare di Alessandria … siamo così vicini a terra che si sentono i rumori della città. La manovra che dobbiamo compiere è ancora molto primitiva e pericolosa benché sia stata ripetuta decine di volte allargo delle Cinque Terre e in missioni simulate. … Nel brevissimo tempo previsto i maiali sono stati messi in mare sotto la direzione di Bruzzone e sono partiti per violare il porto. Noi torniamo a poggiarci sul basso fondale per l’attesa del loro ritorno … Attesa purtroppo delusa …

Nell’agosto 1942 la Scirè è colpita e con molti suoi amici muore Olcese. L’Ambra continua con missioni, come quella disegnata da Borghese il 4 dicembre nel porto di Algeri, che si concluderà con l’affondamento o grave danneggiamento di quattro mercantili:

Quando ci fermiamo, strisciando sul fondo sabbioso … Jacobacci mi comunica al telefono che non ci sono a proteggerci più di tre metri di acqua … siamo tra tre navi mercantili … “Luciano, sento odore di frittelle. Fate pianissimo”. … Ad uno ad uno gli uomini escono. Dopo un’ora un’esplosione vicina ci dice che l’operazione comincia a riuscire oppure che siamo in pericolo … Jacobacci dà l’allarme: hanno acceso i riflettori sulle navi vicine e sparano con le mitragliere. Ci sono fuori diciotto uomini. Ci sono dentro sessanta uomini. Inizia la manovra per sfilarci con i motori indietro piano. … Comunico al comandante che … dovremmo essere entro dieci minuti sulla rete minata. La mia voce è impercettibile, ma è bastato lo scambio di parole col comandante perché tutti gli occhi di chi sta in sala comando si puntino su di noi a scrutarci …

Passeranno la rete. La guerra continua. Con anche momenti di svago – a Ortisei a sciare, dove Junio Valerio Borghese si frattura una gamba. In luglio arriva la promozione a sottotenente di vascello. Poi di nuovo verso Augusta ma l’Ambra è colpita e a stento raggiunge Napoli e poi, mentre vengono rimorchiati a La Spezia, apprendono che “il capo del governo è Badoglio”:

Bernini [che con due valvole sane ha montato una sorta di apparecchio ricevente con cui ha ascoltato il comunicato] … mi comunica che lui rimane fascista ma che possiamo contare sulla sua disciplina. Io gli chiedo di fare un amichevole censimento. Alla fine risultano otto socialisti (me compreso), tre liberali monarchici, otto “non so” e tre fascisti. Non so perché gli altri si siano dichiarati socialisti. A me la dichiarazione di essere socialista è venuta spontanea, anche se all’inizio della guerra mi sarei dichiarato liberale ricardiano: ma ci sono state a bordo, nelle ore di veglia, riflessioni critiche sui testi di Croce, Sombart, me poi soprattutto le appassionate discussioni teoriche con Pagni e quelle politiche con Nacinovich. A sancire la scelta c’è l’arrivo a La Spezia. Quando varchiamo la diga foranea di La Spezia e ci avviciniamo al porto il binocolo coglie un inatteso spettacolo: decine e decine di bandiere rosse alle spalle del picchetto bianco che ci attende sulla banchina … è la prima volta che vedo una bandiera rossa. … Sul bordo della banchina c’è a riceverci il comandante del Gruppo Bardi, con altri ufficiali in impeccabile divisa estiva. Alle spalle, a una distanza di due metri c’è un mare di arsenalotti che ci applaude e sventola le bandiere rosse.

Sono le premesse di quella scelta che porterà Barca alla sua decisione più difficile presa come ufficiale in seconda del sommergibile H2 della prima guerra mondiale, messo frettolosamente in mare per l’”impresa disperata” di “contrastare lo sbarco degli americani a Salerno”. L’H2 è colto dall’8 settembre all’ormeggio nel porto di Ajaccio. Sotto la pressione dell’avanzata tedesca, l’H2 parte Il 10 settembre alla volta di Portoferraio, ma di fronte all’attacco di una silurante tedesca, il comandante propone la resa ai tedeschi. Allora Barca guiderà l’ammutinamento che porterà l’H1 prima a Portoferraio, poi a Palermo e infine a Malta, dove, dopo un periodo di non facile convivenza con gli inglesi, diventeranno da novembre “realmente cobelligeranti”, fino all’agosto 1944. Poi, con il rientro in Italia, prima a Roma, poi a Torino, attraverso anche un rapporto stretto con la Sinistra cristiana (partito fondato nel dicembre 1945 fa Franco Rodano e Adriano Ossicini), inizia quel graduale avvicinamento al PCI che culminerà con l’iscrizione nel novembre 1945 e che lascerà le tracce e le esperienze che questo Numero Speciale ripercorre.

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