ALL'INTERNO DEL

Menabò n. 179/2022

1 Ottobre 2022

Verde come un museo

Annalisa Cicerchia e Ludovico Solima osservano che i musei - e tutto il mondo del patrimonio e delle attività culturali - sono da tempo impegnati per la sostenibilità ambientale, in particolare attraverso la gestione degli spazi, la produzione di contenuti culturali e il procurement verde. I due autori, basandosi anche sui risultati di un sondaggio, indicano come la capacità dei musei di attivare processi educativi e promuovere le life skill possa essere rafforzata a beneficio di una cultura della sostenibilità.

Nonostante il fatto che, all’apice della loro popolarità, nel 2019, i musei abbiano registrato visitatori solo fra il 31,8% dei residenti in Italia, e nonostante la grandissima contrazione di questa quota nel 2020 e nel 2021 (quando si è ridotta, rispettivamente al 27,3% e all’8,9%), i musei confermano di avere una speciale capacità di comunicare i propri contenuti a bambini, adolescenti e giovani. Contrariamente ai luoghi comuni, è infatti proprio nelle fasce di età più giovani che le percentuali di visitatori salgono: al 46,8% nella classe 6-10 anni; al 53,4% in quella 11-14, al 50,8% tra 15 e 19, al 49,8% tra 18 e 19 (dati 2019).

Attraverso i linguaggi dell’arte, della scienza, della storia, dell’archeologia, il contributo dei musei alla educazione, alla socializzazione e alla formazione di bambini e ragazzi si affianca a quello, primario, della famiglia e della scuola. 

Questa capacità di integrare e rafforzare i processi educativi e di promuovere lo sviluppo delle life skill può essere messa al servizio dello sviluppo e della diffusione di una cultura della sostenibilità. 

È a partire da questa consapevolezza che, con l’Associazione Civita, abbiamo promosso una rilevazione per raccogliere opinioni e idee del pubblico dei musei sul contributo di questi fondamentali presidi di cultura e arte allo sviluppo sostenibile, inteso con specifico riferimento alla sua dimensione “green”, cioè ecologica e ambientale (A.Cicerchia e L. Solima , “Il cuore verde dei musei” in When sustainability meets culture. Quando la cultura incontra la sostenibilità. Associazione Civita, Marsilio, 2022).

Abbiamo raccolto 700 risposte a un questionario somministrato online nel mese di marzo 2022 attraverso canali di associazioni culturali del settore, e rivolto al pubblico più affezionato dei musei (il 79,5%, dei rispondenti aveva visitato un museo nel corso dell’ultimo anno). 

Tra i rispondenti sono leggermente prevalenti le donne, con il 54,9%. La distribuzione geografica vede in testa il Nord-Ovest (29,1%), seguito dal Centro (24,1%), dal Nord-Est (16,7%), dal Sud (14,1%), e infine dalle Isole (11,6%). Una minoranza (4,4%) non ha indicato la propria regione di residenza. Il livello di istruzione degli intervistati è nettamente più alto della media italiana: il 75,1% ha un titolo di studio corrispondente alla laurea o superiore e ben pochi (l’8%) ha soltanto la licenza media.

I rispondenti sono relativamente più giovani della media italiana. I minori di 35 anni sono circa il 37% (e quasi il 20% ha tra 14 e 24 anni) mentre gli over-55 sono poco più del 27%. 

Il contributo dei musei alla sostenibilità ambientale: i visitatori ci guardano. Abbiamo chiesto ai nostri intervistati di focalizzare l’attenzione su un museo che ricordano in modo particolare e di indicare se ne avessero rilevato caratteristiche e scelte culturali, logistiche e gestionali, che hanno rilevanza ai fini della sostenibilità ambientale. 

La gestione dei rifiuti è l’aspetto più facilmente riconoscibile, anche perché condiziona il comportamento degli stessi visitatori. Il 43,6% dei rispondenti ha notato che al museo i rifiuti vengono raccolti in modo differenziato.

È abbastanza facile anche rendersi conto se al museo si tenda o no a ridurre il consumo di carta e di oggetti in plastica. Il 28,4% si è accorto di accorgimenti in tal senso.

Sebbene l’adozione di soluzioni per il risparmio energetico (illuminazione e climatizzazione) non sia sempre evidente, più di un quinto dei visitatori che hanno risposto al questionario, ovvero il 21,9%, le ha notate. 

Il 12,5% ha osservato che nella caffetteria e nel bookshop il museo offre prodotti a km zero e promuove l’uso di risorse naturali locali. 

Oltre che con queste scelte di carattere gestionale, i musei possono contribuire alla sostenibilità ambientale producendo contenuti culturali e artistici sul tema, attraverso mostre, eventi, programmi educativi, ecc. Purtroppo, solo il 22,9% degli intervistati ha memoria di mostre ed eventi sui temi della sostenibilità ambientale (conferenze, seminari, ecc.) promossi dal museo. 

Che cosa si aspetta il pubblico. Il 67,8% degli intervistati è convinto che attraverso l’arte e la cultura sia possibile trasmettere un più efficace messaggio a favore della sostenibilità. A riprova di ciò, l’84,8% si è dichiarato completamente in disaccordo con l’idea, proposta provocatoriamente, che la missione primaria dei musei sia esclusivamente “fare cultura” e che l’educazione alla sostenibilità ambientale spetti invece ad altri soggetti. Per il 62,3% degli intervistati, inoltre, i musei dovrebbero comunicare maggiormente all’esterno le proprie iniziative orientate alla sostenibilità ambientale.            

Più di ¾ (il 77%) è tuttavia del parere che le soluzioni ecologiche siano ancora molto costose e perciò non accessibili a un gran numero di musei. In compenso più della metà (il 55,1%) pensa che l’adozione di soluzioni digitali in sostituzione del materiale cartaceo possa rappresentare una buona opportunità per migliorare la sostenibilità ambientale.

Per un terzo abbondante di rispondenti (il 33,8%), l’adozione di politiche di sostenibilità ambientale potrebbe rappresentare uno dei criteri di scelta per decidere di visitare un museo.

In concreto: quali soluzioni dovrebbero adottare i musei per diventare più verdi? Abbiamo proposto agli intervistati otto possibili soluzioni pratiche, che i musei potrebbero adottare per essere più sostenibili sotto il profilo ambientale. Il contenuto, la scala e la complessità di tali soluzioni sono diversi, ma tutte le opzioni sono compatibili con i processi decisionali interni alla governance di un museo dotato di autonomia. Il consenso maggiore (espresso dal 68,6% dei rispondenti) va all’efficientamento energetico. Seguono, con il 42,5%, la sensibilizzazione del pubblico sui temi della sostenibilità, l’uso di materiali riciclabili e soluzioni plastic-free, (40,9%). Il 34,8% suggerisce la raccolta differenziata dei rifiuti, e il 22,3% l’uso di sistemi di illuminazione a led. Un quinto dei consensi va all’adozione di strategie di economia circolare (20%), più o meno equivalente a quelli per l’introduzione di dispenser di acqua potabile (19,8%). Scarsissimo il successo dell’opzione di uso di materie prime tracciabili, che si è fermato al 4,2%.

Musei sostenibili, musei per la sostenibilità. Dai risultati del sondaggio, cinque suggerimenti per il futuro prossimo.

Il verde non è un colore, ma una dimensione strategica. Il verde, come confermato dal numero consistente di persone che considerano la sostenibilità fra i criteri di scelta del museo da visitare, diventa elemento potenzialmente distintivo del valore e dell’immagine del museo e come tale in grado di premiare quegli istituti che hanno attribuito rilevanza a tale aspetto. Verde, dunque, è anche sinonimo di visibilità e di attrattività, due elementi centrali nelle strategie di audience development di un museo.

La sostenibile leggerezza dell’essere. Come autorevoli soggetti educatori e comunicatori, nonché testimoni – così come emerge dalla maggioranza delle risposte al sondaggio – I musei devono introiettare il concetto di sostenibilità, riferendosi a tre sue diverse dimensioni – ambientale, sociale ed economica – che sono ancorate a tre macro-obiettivi di fondo: contenere o arrestare il degrado ambientale, anche connesso ai fenomeni del cambiamento climatico; frenare l’impoverimento delle generazioni future; rendere migliore la qualità della vita e l’equità fra le attuali generazioni. Assumere queste priorità all’interno del processo decisionale dei musei deve portare all’individuazione di obiettivi operativi. Aspetti ancora poco considerati dalla generalità dei musei italiani, che ritengono che tali tematiche non siano loro direttamente ascrivibile, ma che il pubblico ritiene centrali. 

Il museo oltre la bellezza. La Convenzione di Faro, ratificata dall’Italia nel 2020, introduce il concetto di eredità culturale, legato alla decisione dei residenti di identificarlo e di trasmetterlo alle generazioni future; questo documento, dunque, sottolinea l’importanza delle comunità, che devono, nella loro varietà ed eterogeneità, essere ascoltate e coinvolte nei processi decisionali e nella definizione delle priorità dei luoghi del patrimonio. Il ruolo del museo trascende quindi l’effimera quotidianità della propria esistenza, anche individuando modalità in grado di garantirgli la sostenibilità delle proprie scelte strategiche. Il tema coinvolge anche le risorse finanziarie necessarie a svolgere le azioni, sulla base delle quali diventa concretamente possibile raggiungere gli obiettivi operativi che il museo si è dato.

Misurare la sostenibilità Alcune esperienze internazionali hanno prodotto indicatori in grado di apprezzare il livello di sensibilità di un museo rispetto al tema della sostenibilità. In questa prospettiva, potrebbe essere utile una sorta di Green Label da attribuire periodicamente – da parte di organismi esterni di certificazione – a tutti i musei che esprimono comportamenti virtuosi in una prospettiva di sostenibilità ambientale.

50 sfumature di verde. Un museo può assumere diverse gradazioni cromatiche, in ragione delle scelte che è in grado di compiere rispetto alle questioni ambientali. In altri termini, non è detto che tutti i musei debbano fare tutto, anche perché talune soluzioni ecologiche implicano sforzi finanziari o organizzativi significativi, non necessariamente alla portata di tutti gli istituti.

Esistono in ogni caso una molteplicità di azioni che possono essere avviate dai musei, anche in maniera disgiunta.

In conclusione. Il museo può contribuire alla sostenibilità ambientale attraverso scelte virtuose di gestione, comunicate in modo chiaro e comprensibile al pubblico. Il museo può essere uno spazio entro il quale si adottano e si fanno adottare a lavoratori, artisti, collaboratori, pubblico, fornitori, ecc., comportamenti a basso impatto ambientale. Il museo può essere un’agorà per la discussione dei temi dell’ambiente, per la dimostrazione di pratiche ottimali, per la promozione di scelte sostenibili. Infine, il museo può reinterpretare i propri spazi e le proprie collezioni per la creazione di contenuti culturali originali orientati a esplorare in profondità la relazione fra la specie umana e il suo ambiente. 

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