grave<\/em> deprivazione materiale e sociale quando i segnali sono almeno tre, su una lista di 17, di cui 12 riguardano direttamente il minore e 5 la famiglia. <\/p>\n\n\n\nI primi si riferiscono all\u2019impossibilit\u00e0 di permettersi; <\/p>\n\n\n\n
1) di sostituire gli abiti consumati con capi di abbigliamento nuovi; <\/p>\n\n\n\n
2) due paia di scarpe in buone condizioni per tutti i giorni; <\/p>\n\n\n\n
3) frutta fresca e verdura una volta al giorno; <\/p>\n\n\n\n
4) carne o pesce, o un equivalente vegetariano, almeno una volta al giorno; <\/p>\n\n\n\n
5) libri extrascolastici adatti all\u2019et\u00e0;<\/p>\n\n\n\n
6) giochi da usare all\u2019aria aperta (come bicicletta, pattini, ecc.); <\/p>\n\n\n\n
7) giochi da usare in casa (come costruzioni, giochi elettronici, giochi da tavolo, ecc.); <\/p>\n\n\n\n
8) regolare attivit\u00e0 di svago fuori casa a pagamento (come andare in piscina, frequentare corsi extrascolastici, partecipare ad organizzazioni giovanili, ecc.); <\/p>\n\n\n\n
9) di festeggiare il compleanno, l\u2019onomastico, gli eventi religiosi, ecc.; <\/p>\n\n\n\n
10)di invitare a volte gli amici per giocare e per fare merenda\/spuntino\/pranzo\/cena;<\/p>\n\n\n\n
11) di partecipare a gite scolastiche e ad eventi a pagamento organizzati dalla scuola; <\/p>\n\n\n\n
12) di trascorrere almeno una settimana di vacanza all\u2019anno lontano da casa. <\/p>\n\n\n\n
I segnali che riguardano la famiglia sono:<\/p>\n\n\n\n
13) non potersi permettere un\u2019automobile; <\/p>\n\n\n\n
14) non potersi permettere una connessione internet utilizzabile a casa; <\/p>\n\n\n\n
15) non poter sostituire mobili danneggiati o fuori uso con altri in buono stato; <\/p>\n\n\n\n
16) essere in arretrato nel pagamento di bollette, affitto, mutuo o altro tipo di prestito;<\/p>\n\n\n\n
17) non poter riscaldare adeguatamente l\u2019abitazione.<\/p>\n\n\n\n
Nel 2021, la quota di minori di 16 anni in condizione di deprivazione materiale e sociale era il 13,0% nella media Ue27 e il 13,5% in Italia. I paesi con le condizioni meno favorevoli per i minori di 16 anni erano; Romania (42,5%), Bulgaria (36,5%) e Grecia (33,9%); e quelli con i valori pi\u00f9 bassi dell\u2019indicatore: Slovenia (2,9%), Svezia (3,5%) e Finlandia (3,7%). Nel confronto europeo, l\u2019Italia \u00e8 invece in posizione nettamente favorevole per l\u2019accesso alle cure mediche specialistiche, e anche alle cure dentistiche.<\/p>\n\n\n\n
Nel nostro Paese, il valore medio nazionale della deprivazione materiale e sociale specifica dei minori di 16 anni \u00e8 rimasto stabile fra il 2021 e il 2017. Questa stabilit\u00e0 \u00e8 per\u00f2 solo apparente, perch\u00e9 nasconde andamenti diversi nel territorio. Nel Mezzogiorno l\u2019indicatore \u00e8 rimasto al 20,1%, molto pi\u00f9 alto della media, senza miglioramenti degni di nota. \u00c8 notevolmente migliorata la situazione al Centro Italia, dove l\u2019incidenza della deprivazione materiale e sociale specifica \u00e8 scesa al 5,7% (il valore pi\u00f9 basso a livello nazionale) dall\u201911,7% del 2017. Invece sono peggiorate le condizioni di vita dei minori di 16 anni al Nord, con un aumento dell\u2019indicatore dall\u20198,5% del 2017 all\u201911,9% del 2021.<\/p>\n\n\n\n
Tra i ragazzi e le ragazze di 12 – 15 anni l\u2019incidenza della deprivazione materiale e sociale specifica \u00e8 pi\u00f9 alta rispetto alle altre classi di et\u00e0 (14,8%, 12,9% nella classe di et\u00e0 6-11 anni e 13,2% nella classe di et\u00e0 0-5 anni). Il valore pi\u00f9 basso si registra per i minori di et\u00e0 compresa tra i 6 e gli 11 anni (12,9%), in lieve miglioramento rispetto al 2017 (13,6%). Nella fascia di et\u00e0 dei bambini e delle bambine di et\u00e0 inferiore ai 6 anni, l\u2019incidenza della deprivazione materiale e sociale specifica aumenta (da 12,2% del 2017 a 13,2% del 2021).<\/p>\n\n\n\n
Di cosa sono pi\u00f9 deprivati i minori? <\/strong>L\u2019esame dettagliato della frequenza dei vari segnali di deprivazione e della quota di minori che ne presentano un numero elevato merita particolare attenzione. <\/p>\n\n\n\nTra i minori in condizione di deprivazione (13,5% del totale dei minori di 16 anni), il 35,1% mostra tre segnali di deprivazione, il 16,9% quattro, l\u201911,8% ne presenta cinque e il 21,6% un numero che varia tra nove e 17 (ovvero il numero massimo dei segnali considerati).<\/p>\n\n\n\n
Nel 2021, cos\u00ec come nel 2017, il segnale di deprivazione osservato con maggior frequenza sia tra i minori deprivati sia sul totale dei minori \u00e8 non potersi permettere per motivi economici di \u201csostituire mobili danneggiati con altri in buono stato\u201d (88,6% dei minori deprivati e 23,0% del totale dei minori). Segue il non potersi permettere per motivi economici di trascorrere \u201calmeno una settimana di vacanza all\u2019anno lontano da casa\u201d (81,3% e 16,9%,) e non potersi permettere, sempre per mancanza di soldi, di svolgere regolarmente \u201cattivit\u00e0 di svago fuori casa a pagamento\u201d (58,4% e 9,1%).<\/p>\n\n\n\n
Non potersi permettere di \u201cinvitare gli amici per giocare\u201d \u00e8 il quinto item pi\u00f9 frequente (16,5%) tra i minori di famiglie straniere, mentre per i coetanei di famiglie italiane \u00e8 all\u2019ottavo posto (2,0%). Viceversa per questi ultimi non potersi permettere \u201cuna connessione internet a casa\u201d rappresenta il sesto item in ordine di frequenza, quando per i coetanei di famiglie stranieri si trova all\u2019undicesimo posto.<\/p>\n\n\n\n
L\u2019incapacit\u00e0 da parte della famiglia di sostenere le spese per un pasto proteico al giorno oppure l\u2019incapacit\u00e0 di affrontare le spese per comprare il cibo necessario delinea una condizione di deprivazione alimentare, che interessa il 5,9% dei minori di 16 anni (6,2% nel Nord, 2,5% nel Centro e 7,6% nel Mezzogiorno). La fascia di et\u00e0 6-11 anni mostra il pi\u00f9 alto tasso di deprivazione alimentare (6,3%), che per i bambini pi\u00f9 piccoli (fino a 5 anni) e per i ragazzi tra i 12 e i 15 anni si ferma al 5,7%.<\/p>\n\n\n\n
I dati tradotti nella vita. <\/strong>Il nostro Welfare, come quello dei Paesi europei mediterranei affonda ancora saldamente le proprie radici nella famiglia. Appare subito evidente perci\u00f2 il cortocircuito che si crea nel tentativo di dare una risposta efficace al problema dei bambini in stato di deprivazione economica. A questo va aggiunto anche che il problema della povert\u00e0 stato affrontato seguendo un modello \u201ccaritatevole\u201d particolarmente legato alla tradizione cattolica del nostro paese. Alle mancanze dello Stato hanno supplito in maniera consistente la Chiesa e le associazioni benefiche volontaristiche (che non sempre riescono a garantire alti livelli di professionalit\u00e0). Basti pensare alle Opere Pie negli anni subito successivi all\u2019Unit\u00e0, alla regolamentazione degli istituti pubblici di assistenza e beneficenza (IPAB) a fine \u2018800 e le evoluzioni normative che li hanno portati prima ad essere coordinati dallo Stato e poi, nel 2003, ad essere trasformati in persone giuridiche di diritto privato. In alternativa, l\u2019intervento pi\u00f9 facile e immediato, ma anche meno risolutivo che da sempre (anche tuttora) \u00e8 stato privilegiato dallo Stato \u00e8 quello dei sussidi: erogare periodicamente somme di denaro alle famiglie che rientrano in certe soglie di reddito. <\/p>\n\n\n\nDal 2019 anche noi abbiamo una misura di reddito minimo recentemente riformata che per\u00f2 era ed ancora di pi\u00f9 sar\u00e0 soggetta a forti condizionalit\u00e0 riguardo al lavoro che scaturiscono anche dall\u2019idea che la povert\u00e0 sia nella gran parte dei casi responsabilit\u00e0 individuale.<\/p>\n\n\n\n
\u00c8 chiaro che i dati che abbiamo appena esposto ci parlano di problemi che non sono risolvibili con sussidi e erogazioni monetarie in generale; infatti, occorre una risposta articolata che preveda, soprattutto, l\u2019offerta di servizi. Per permettere ai bambini indigenti di poter crescere con le stesse possibilit\u00e0 di quelli in stato di benessere servono, ad esempio, progetti che combattano la dispersione scolastica. Per far questo bisognerebbe, ancor prima, rendere la scuola pubblica un posto accessibile a tutti e che proponga in maniera universale le attivit\u00e0. A questo proposito il punto 11 e 14 dell\u2019elenco mettono in luce le disparit\u00e0 che si possono creare. <\/p>\n\n\n\n
Oltre alla dispersione scolastica, sarebbe importante prevedere Centri di aggregazione giovanile che propongano attivit\u00e0 extra scolastiche e che mettano a disposizione dei bambini plessi in cui potersi incontrare, giocare e fare sport. <\/p>\n\n\n\n
Sarebbe utile una presa in carico del nucleo familiare indigente con un\u2019ottica di prevenzione. Invece, pur con differenze territoriali, sono molto, troppo frequenti gli accessi ai servizi quando ormai le situazioni sono incancrenite ed emergenziali. <\/p>\n\n\n\n
I servizi sociali territoriali sono in costante affanno e i professionisti che ci lavorano sono sempre in numero troppo ridotto per poter rispondere in maniera puntuale e veloce a tutte le richieste.<\/p>\n\n\n\n
Sarebbe volont\u00e0 delle autrici chiudere questo articolo con parole di fondata speranza nel superamento della drammatica situazione che emerge dai dati esposti, ma a impedirlo \u00e8, soprattutto, la sensazione che le politiche sociali che incidono direttamente sulle opportunit\u00e0 dei minori siano ancora viste come poco utili politicamente, e certamente meno utili delle erogazioni monetarie che creano maggiore consenso anche perch\u00e9 sembrano assicurare risultati immediati. Ma i risultati importanti da raggiungere non sono alla portata delle erogazioni monetarie.\u00a0<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
Annalisa Cicerchia e Martina Caroleo basandosi su una nota diffusa di recente dall\u2019Istat si propongono di documentare come vivono, nel nostro Paese, i bambini e i ragazzi a maggior rischio di povert\u00e0 e esclusione sociale. Cicerchia e Caroleo riportano molti dati ma si soffermano in particolare su quelli relativi al rischio di esclusione sociale i quali rivelano una realt\u00e0 pervasiva e subdola che, a loro parere, difficilmente pu\u00f2 essere modificata dalla consueta strategia di erogazioni di denaro.<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":0,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_jet_sm_ready_style":"","_jet_sm_style":"","_jet_sm_controls_values":"","_jet_sm_fonts_collection":"","_jet_sm_fonts_links":"","footnotes":""},"categories":[18],"tags":[1776,1775,158,182],"autore":[25,51],"acf":[],"yoast_head":"\n
Poveri bambini. I numeri della deprivazione dei minori in Itali, Annalisa Cicerchia, Martina Caroleo | Menab\u00f2 di Etica ed Economia<\/title>\n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n