{"id":6807,"date":"2024-01-04T17:31:30","date_gmt":"2024-01-04T15:31:30","guid":{"rendered":"https:\/\/eticaeconomia.it\/?p=6807"},"modified":"2024-01-04T17:31:32","modified_gmt":"2024-01-04T15:31:32","slug":"federico-caffe-una-donna-alunna-economista-lo-ricorda","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/eticaeconomia.it\/federico-caffe-una-donna-alunna-economista-lo-ricorda\/","title":{"rendered":"Federico Caff\u00e8: una donna, alunna, economista lo ricorda"},"content":{"rendered":"\n

Il libro di Daniele Archibugi (Maestro delle Mie Brame,\u00a0<\/em>2022) ha portato a galla aspetti poco noti della vita di Federico Caff\u00e8 il grande economista, maestro e accademico scomparso senza lasciar traccia nella notte del 14-15 aprile 1987. L\u2019autore ci parla in modo toccante del rapporto padre-figlio tra un uomo piccolo di corpo e grande di intelletto, cuore e sensibilit\u00e0 e un ragazzo spilungone, ribelle, alla ricerca di stimoli e risposte nonch\u00e9 di una figura paterna che gli facesse da guida morale e intellettuale. Le pagine del rapporto a tu per tu dei due sono molto belle e danno una visione nuova del maestro ai moltissimi che lo hanno avuto come insegnante.<\/p>\n\n\n\n

Nel libro traspare anche l\u2019affetto delle migliaia di persone che lo avevano conosciuto e il desiderio che fosse ritrovato e in buona salute. Esso port\u00f2 alcuni a \u2018vederlo\u2019 in giro per Roma. Archibugi riporta che la signora Tarantelli \u2013 madre di quell\u2019Ezio assassinato dalle Brigate Rosse e che io avevo conosciuto al Massachusetts Institute of Technology (MIT) come giovane simpatico, scanzonato e appassionato di economia \u2013 lo \u2018vide\u2019 su un autobus romano. Una delle teorie che circolava sulla sua scomparsa era che fosse stato trafugato in paesi nordici da amorevoli discepoli che volevano dargli, negli anni del pensionamento, una vita meno deprimente di quella che aveva a Roma. Io vivevo in un Paese del nord e in una citt\u00e0 in cui lui aveva studiato da giovane: Londra. Spesso pensavo che lui era proprio l\u00ec, non lontano da me e che se lo avessi visto lo avrei avvicinato e convinto a venire a casa con me. Lo avrei presentato a Donald e Marco, gli avrei preparato un buon pasto calabrese, e poi avrei avvisato uno degli amici miei romani – e suoi discepoli \u2013 perch\u00e9 venisse a prenderlo. Ne conoscevo diversi dalle panche universitarie e uno fin dai banchi di scuola. Un giorno, dall\u2019autobus rosso che mi portava da Dulwich a Elephant and Castle, lo \u2018vidi\u2019 a Camberwell Green accovacciato come un barbone contro il muro dell\u2019agenzia della National Westminster Bank, ormai chiusa da anni. Scesi alla fermata successiva e feci in fretta il cammino a ritroso ma ovviamente\u2026non c\u2019era.<\/p>\n\n\n\n

Forte del suo amore filiale per Federico, Archibugi osa affrontare anche un altro aspetto della persona Caff\u00e8: il suo rapporto difficile con le donne. In una frase generosamente lusinghiera mi chiama in causa e questo \u00e8 stato uno degli stimoli per il presente scritto. Non pu\u00f2 non colpire che nei decenni dalla sua scomparsa, gli scritti e i contributi orali per Caff\u00e8 sono stati quasi interamente al maschile a parte quello di sua nipote la psicologa Giovanna Leone. Questo riflette la sua realt\u00e0: i suoi discepoli avviati alla carriera accademica, erano tutti maschi. Perch\u00e9? Archibugi parla anche di giovani donne quasi traumatizzate dall\u2019essere state trattate in modo ostile dal grande maestro. Ho saputo che qualcuno ha usato l\u2019aggettivo \u2018misogino\u2019 con riferimento a Federico Caff\u00e8. Il dizionario Devoto-Oli definisce una persona misogina come: \u201cSofferente di repulsione o di avversione nei confronti delle donne\u201d. Si applica tale definizione a Caff\u00e8?\u00a0<\/p>\n\n\n\n

Nell\u2019anno accademico 1961-62 settimanalmente salivo con fatica le scale fino all\u2019ultimo piano della palazzina di Piazza Borghese, dove era allora la Facolt\u00e0 di Economia e Commercio, insieme a mia sorella Angela, mia compagna di studi sin dalle scuole medie. Lei portava su libri e borse per alleggerire il peso al mio cuore difettoso dalla nascita e ben rappezzato – una diecina di anni dopo queste faticose ascese – in un ospedale di Londra. Arrivavamo in anticipo per poterci assicurare posti nelle prime file di quell\u2019assolata aula rettangolare. Si riempiva presto e molti studenti erano costretti ad ascoltarlo in piedi malgrado l\u2019aula fosse abbastanza grande per un corso dell\u2019ultimo anno. Tutti volevano sentirlo. Quando iniziava a parlare non volava una mosca e si sentiva solo lo sfrigolio delle biro sui quaderni. Nel ricordare ci\u00f2 mi torna anche in mente una situazione ben diversa: una lezione di una materia di tecnica aziendale in un\u2019aula anfiteatro del secondo piano. Un giovane assistente arrogante e borioso – e con fama di bocciatura facile e arbitraria – arriva in ritardo a sostituire all\u2019ultimo momento il professore occupato altrove. Viene accolto con rumore di piedi che strisciano sotto i banchi. Altri, molti altri si aggiungono a poco a poco alla cacofonia finch\u00e9 il rumore diventa insopportabile. A quel punto l\u2019insegnante chiede scusa per il ritardo e la lezione inizia.<\/p>\n\n\n\n

Non ricordo una sola lezione in cui Caff\u00e8 fu assente o arriv\u00f2 in ritardo. Ci parlava di possibilit\u00e0 mai sentite o considerate prima: come limitare la disoccupazione; come costruire una societ\u00e0 del benessere; come ridurre le disuguaglianze. Nelle sue lezioni usava argomenti sia teorici che applicati. Ci presentava gli interventi di politica economica come parte essenziale invero – mi sembrava allora \u2013 come la ragione di essere dell\u2019economia politica. Un giorno ci disse che non era opportuno essere fieri di una bilancia dei pagamenti in positivo quando il Paese contava ancora tanti disoccupati e tanta povert\u00e0. Non capii la connessione e continuavo a pensarci. Ero affascinata da quello che ci diceva e, malgrado ci\u00f2, non chiesi a lui la tesi. La chiesi a Bruno de Finetti nei cui tre esami avevo avuto la lode. Caff\u00e8 mi diede il 30 senza la lode quindi mi ritenevo meno brava nella sua materia.<\/p>\n\n\n\n

Allora chi si laureava bene poteva scegliere tra diverse offerte di lavoro; ora i nostri altrettanti bravi e studiosi neo-laureati e con dottorato di ricerca possono forse solo scegliere il Paese estero in cui emigrare. Mi viene, in questo contesto, in mente una frase di Caff\u00e8 che lui attribuisce a \u201cuna altissima autorit\u00e0 morale\u201d secondo cui \u201cla patria \u00e8 l\u00e0 dove \u00e8 possibile trovare lavoro\u201d (il manifesto,\u00a0<\/em>21 genn.1981).\u00a0<\/p>\n\n\n\n

Io scelsi di lavorare all\u2019ISCO (Istituto per lo Studio della Congiuntura) in un progetto allora pioneristico di applicazione di tecniche econometriche nelle previsioni. Il mio interesse per l\u2019economia e la ricerca economica cresceva giornalmente. Incontrai gente che lavorava all\u2019universit\u00e0 e, a poco a poco, mi venne l\u2019idea che forse anch\u2019io avrei potuto aspirare a entrare nell\u2019ambiente universitario. Pensavo a una carriera in economia politica. Avevo un ottimo rapporto con Bruno de Finetti, ma la ricerca in matematica non mi attirava se non come ausilio nei problemi economici. Avevo rivisto Caff\u00e8 a un corso post-universitario in economia politica e pensai di rivolgermi a lui. Questo corso fu, credo, il primo tentativo di istruzione post-laurea in economia. Purtroppo rimase unico per molti anni. Era stato impostato male e mancava di coerenza e chiarit\u00e0 sugli scopi finali malgrado la presenza di ben noti nomi tra i docenti da Federico Caff\u00e8 a Bruno de Finetti a Paolo Sylos Labini a Ugo Papi coadiuvate dai giovani Antonio Pedone, Franco Romani e Fausto Vicarelli.\u00a0<\/p>\n\n\n\n

Ero timidissima e insicura e, quando andai a parlargli, dubito di essermi espressa con chiarezza. Ma credo che lui cap\u00ec a cosa aspiravo, entrare a far parte del suo istituto. Fu gentile ma non disse n\u00e9 si, n\u00e9 no. Me ne andai pi\u00f9 insicura di come ero entrata e convinta che non mi volesse nel suo istituto. Negli anni successivi ebbi occasione di pensare che aveva forse una certa stima per me. Gli portai un primo lavoretto chiedendogli commenti per migliorarlo e me li diede a breve tempo. Mi disse che lo trovava \u2018esoterico\u2019 \u2013 parola che mi sembr\u00f2 strana e consultai il dizionario per esserne doppiamente sicura \u2013 ma mi incoraggi\u00f2 a pubblicarlo (Ietto,\u00a0Giornale degli Economisti e Annali di Economia,\u00a0<\/em>sett-ott.1966). Tre anni dopo mi avrebbe assegnato una delle Borse di Ricerca Einaudi. Sono andata a riguardare quel lavoretto dopo quasi 57 anni. Invero ora mi pare un lavoro esoterico con il suo misto di probabilit\u00e0 ed economia teorica. La prima senz\u2019altro risente dell\u2019effetto e influenza De Finetti sulle mie idee e approcci di allora. Non ho pi\u00f9 ripreso quegli argomenti anche se continuo a pensare che l\u2019incertezza dovrebbe essere tenuta pi\u00f9 in evidenza nelle teorie economiche qualunque ne sia l\u2019approccio ideologico.<\/p>\n\n\n\n

Molto successe nella mia vita negli anni a venire e nel 1979 gli inviai l\u2019estratto di un dibattito (Ietto Gillies, British Review of Economic Issues, <\/em>May 1978) che avevo avuto con due economisti britannici \u2013 Robert Bacon e Walter Eltis \u2013 sulla questione dei problemi economici della Gran Bretagna: erano dovuti ad eccesso di intervento e spesa pubblica che spiazzava quella privata come essi sostenevano? Caff\u00e8 mi rispose con una lettera gentile e incoraggiante e non molto dopo mi fece avere copia di un suo articolo (Note Economiche,<\/em> n.6, 1979) in cui citava generosamente il mio lavoro.<\/p>\n\n\n\n

Nella lettera a me, rifacendosi al mio accenno alla prossima pubblicazione in italiano del mio dibattito con Bacon ed Eltis (Studi Economici, <\/em>7, 1979), scrive le seguenti righe da cui traspare sia la sua posizione verso le teorie dei due autori britannici sia il suo interesse per la letteratura di cui ci anche parla Archibugi:<\/p>\n\n\n\n

\u2018Speriamo che la traduzione italiana valga a smontare gli entusiasmi che le idee dei predetti [Bacon ed Eltis] hanno suscitato anche in Italia e persino in questa Facolt\u00e0. Vale sempre, nel nostro paese, il sarcastico rilievo di Trilussa: \u201cViva la gatta isterica\/che viene dall\u2019America\u201d (o dintorni).\u2019 <\/p>\n\n\n\n

Perch\u00e9 dico tutto questo? Perch\u00e9 sono segni che Caff\u00e8 non riteneva le donne incapaci di svolgere attivit\u00e0 accademica; al contrario ha incoraggiato il mio lavoro. In altro contesto e per persona ben pi\u00f9 meritevole, val la pena di ricordare che Caff\u00e8 scrisse bellissime righe sul contributo di Joan Robinson al pensiero economico in occasione della morte della grande economista britannica. Inizia con il parlare della \u201c\u2026profonda malinconia, dell\u2019amarezza e della sensazione della perdita di una guida intellettuale insostituibile,\u2026\u201d (1983).<\/p>\n\n\n\n

Non sono parole e atteggiamenti di persona \u2018sofferente di avversione\u2019 verso le donne. Credo, invece, che vedesse il contributo delle economiste come uno sviluppo positivo. Forse, poco abituato come era a frequentare donne al di fuori della sua sfera famigliare, non sapeva bene come trattarci e, a volte, reagiva in modo inaspettato. Ma non credo che fosse misogino, non credo proprio che avesse \u2018repulsione\u2019 verso di noi.\u00a0<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Il 6 gennaio Federico Caff\u00e8 avrebbe compiuto 110 anni. Grazia Ietto Gillies estrae dalla sua memoria preziosi e toccanti ricordi del suo rapporto, prima come studentessa poi come collega, con Caff\u00e8. Quei ricordi sono preziosi anche perch\u00e9 finora Caff\u00e8 \u00e8 stato ricordato quasi esclusivamente da uomini per la semplice ragione che ebbe pochissime donne come allieve o colleghe, al punto da ipotizzare sue difficolt\u00e0 nei rapporti con loro e scarsa fiducia nelle loro capacit\u00e0 di fare ricerca. 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I ricordi di Ietto Gillies ci raccontano una storia molto diversa.","breadcrumb":{"@id":"https:\/\/eticaeconomia.it\/federico-caffe-una-donna-alunna-economista-lo-ricorda\/#breadcrumb"},"inLanguage":"it-IT","potentialAction":[{"@type":"ReadAction","target":["https:\/\/eticaeconomia.it\/federico-caffe-una-donna-alunna-economista-lo-ricorda\/"]}]},{"@type":"BreadcrumbList","@id":"https:\/\/eticaeconomia.it\/federico-caffe-una-donna-alunna-economista-lo-ricorda\/#breadcrumb","itemListElement":[{"@type":"ListItem","position":1,"name":"Home","item":"https:\/\/eticaeconomia.it\/"},{"@type":"ListItem","position":2,"name":"Federico Caff\u00e8: una donna, alunna, economista lo ricorda"}]},{"@type":"WebSite","@id":"https:\/\/eticaeconomia.it\/#website","url":"https:\/\/eticaeconomia.it\/","name":"Etica ed Economia","description":"Menab\u00f2 di Etica ed Economia","publisher":{"@id":"https:\/\/eticaeconomia.it\/#organization"},"potentialAction":[{"@type":"SearchAction","target":{"@type":"EntryPoint","urlTemplate":"https:\/\/eticaeconomia.it\/?s={search_term_string}"},"query-input":"required name=search_term_string"}],"inLanguage":"it-IT"},{"@type":"Organization","@id":"https:\/\/eticaeconomia.it\/#organization","name":"Etica ed Economia","url":"https:\/\/eticaeconomia.it\/","logo":{"@type":"ImageObject","inLanguage":"it-IT","@id":"https:\/\/eticaeconomia.it\/#\/schema\/logo\/image\/","url":"https:\/\/eticaeconomia.it\/wp-content\/uploads\/2022\/04\/Logo-Etica-economia-1.png","contentUrl":"https:\/\/eticaeconomia.it\/wp-content\/uploads\/2022\/04\/Logo-Etica-economia-1.png","width":645,"height":500,"caption":"Etica ed Economia"},"image":{"@id":"https:\/\/eticaeconomia.it\/#\/schema\/logo\/image\/"}},{"@type":"Person","@id":"https:\/\/eticaeconomia.it\/#\/schema\/person\/2e658cef83aa3769eb4a1f000d3d5e14","name":"Giulia Santamaria","image":{"@type":"ImageObject","inLanguage":"it-IT","@id":"https:\/\/eticaeconomia.it\/#\/schema\/person\/image\/","url":"https:\/\/secure.gravatar.com\/avatar\/f73aad83c0dc2d94dccd650efd19666d?s=96&d=mm&r=g","contentUrl":"https:\/\/secure.gravatar.com\/avatar\/f73aad83c0dc2d94dccd650efd19666d?s=96&d=mm&r=g","caption":"Giulia Santamaria"},"url":"https:\/\/eticaeconomia.it\/author\/giulia\/"}]}},"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/eticaeconomia.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/6807"}],"collection":[{"href":"https:\/\/eticaeconomia.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/eticaeconomia.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/eticaeconomia.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/2"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/eticaeconomia.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=6807"}],"version-history":[{"count":3,"href":"https:\/\/eticaeconomia.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/6807\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":6835,"href":"https:\/\/eticaeconomia.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/6807\/revisions\/6835"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/eticaeconomia.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=6807"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/eticaeconomia.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=6807"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/eticaeconomia.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=6807"},{"taxonomy":"autore","embeddable":true,"href":"https:\/\/eticaeconomia.it\/wp-json\/wp\/v2\/autore?post=6807"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}