{"id":7488,"date":"2024-06-15T16:40:44","date_gmt":"2024-06-15T14:40:44","guid":{"rendered":"https:\/\/eticaeconomia.it\/?p=7488"},"modified":"2024-06-15T16:40:47","modified_gmt":"2024-06-15T14:40:47","slug":"profitti-bancari-e-politica-monetaria-restrittiva","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/eticaeconomia.it\/profitti-bancari-e-politica-monetaria-restrittiva\/","title":{"rendered":"Profitti bancari e politica monetaria restrittiva"},"content":{"rendered":"\n

<\/a>Da qualche giorno \u00e8 stata pubblicata la Relazione del Governatore della Banca d\u2019Italia sul 2023<\/a>. I dati della Relazione confermano quanto si andava annunciando gi\u00e0 da fine 2023, e cio\u00e8 un aumento dei profitti bancari di entit\u00e0 piuttosto considerevole<\/a>. A questo aumento dei profitti corrisponde inoltre l\u2019aumento del tasso di profitto bancario (o \u201csaggio\u201d, riprendendo la terminologia dell\u2019economia classica). Il volume dei profitti, di per s\u00e9, \u00e8 infatti poco significativo e va confrontato con il capitale investito per comprendere se un investimento sia stato vantaggioso o meno. Per determinare empiricamente il tasso del profitto del settore bancario un indice molto appropriato \u00e8 costituito dal ROE<\/a> (Return On Equity), cio\u00e8 l\u2019utile <\/em>(al netto o al lordo delle imposte) diviso per il capitale proprio<\/em>. Infatti, a differenza di altre tipologie di imprese, il capitale di debito del settore bancario (come le obbligazioni bancarie) \u00e8 pi\u00f9 assimilabile alla raccolta dei depositi che non alla funzione di garanzia svolta dal capitale proprio. Considerando anche che i regolamenti bancari impongono che il capitale proprio sia pari ad una certa percentuale dell\u2019attivo ponderato per il rischio (circa il 10%), sostanzialmente nel settore bancario solamente il capitale proprio svolge la funzione abitualmente svolta dal capitale nel suo complesso (proprio e di debito). L\u2019andamento del ROE delle banche italiane \u00e8 mostrato in Figura 1.<\/p>\n\n\n\n

Figura 1<\/em><\/p>\n\n\n

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\"\"<\/a><\/figure><\/div>\n\n\n

Fonte: elaborazione propria su dati Banca d\u2019Italia (segnalazioni di vigilanza consolidate per i gruppi bancari e individuali per le banche non appartenenti a gruppi). Valori in percentuale. Il dato riguardante il 2023 \u00e8 provvisorio. Il ROE al netto delle componenti straordinarie \u00e8 calcolato escludendo dall\u2019utile netto le svalutazioni riclassificate tra gli avviamenti.<\/em><\/p>\n\n\n\n

Nel 2023 il ROE tocca il 15%, un livello considerevolmente superiore a quelli degli anni precedenti (questo primato rimane tale anche considerando il periodo precedente alla crisi del 2008). In Figura 2 si scompone il conto economico bancario aggregato.<\/p>\n\n\n\n

Figura 2<\/em><\/p>\n\n\n

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\"\"<\/a><\/figure><\/div>\n\n\n

Fonte: elaborazione propria su dati Banca d\u2019Italia (segnalazioni di vigilanza consolidate per i gruppi bancari e individuali per le banche non appartenenti a gruppi). I valori sono espressi in rapporto al capitale medio, mostrando il contributo di ciascuna voce al ROE. Il dato riguardante il 2023 \u00e8 provvisorio.<\/em><\/p>\n\n\n\n

\u00c8 chiaro che l\u2019origine dell\u2019aumento della profittabilit\u00e0 bancaria pu\u00f2 essere individuata nel margine d\u2019interesse<\/em>, mentre le commissioni nette<\/em> e gli altri ricavi<\/em> mostrano un leggero calo e le altre voci di bilancio rimangono grosso modo costanti. Da rilevare la riduzione in valore assoluto delle rettifiche di valore su crediti<\/em>, il che equivale sostanzialmente a una riduzione dei costi. Tra il 2012 (crisi dei debiti sovrani) e il 2016 infatti i crediti deteriorati sono aumentati sensibilmente<\/a>, stabilizzandosi solamente nel 2018. Cosa spiega invece l\u2019aumento del margine d\u2019interesse<\/em>?<\/p>\n\n\n\n

Nel 2022 la Banca Centrale Europea (BCE) ha alzato i tassi d\u2019interesse di riferimento per contrastare l\u2019inflazione facendo cos\u00ec aumentare anche i tassi bancari (proprio pochi giorni fa, il 6 giugno 2024, la BCE ha per\u00f2 ridotto di 25 punti base i tassi di riferimento, che rimangono comunque ancora elevati). Da sottolineare che in questi casi la politica monetaria produce effetti con un certo ritardo temporale e che l\u2019inflazione ha cominciato a calare gi\u00e0 a fine 2022, mostrando dunque una certa inadeguatezza e inopportunit\u00e0 della politica restrittiva della BCE (Oltre le banche centrali<\/em>, Saraceno F. (2023), Roma: LUISS University Press). Tuttavia, l\u2019aumento dei tassi bancari, di per s\u00e9, non basta a spiegare l\u2019aumento della profittabilit\u00e0 bancaria. Il margine d\u2019interesse \u00e8 costituito infatti dalla differenza tra i guadagni derivanti dai tassi attivi sui prestiti effettuati<\/a>*(ad esempio i mutui) e i costi dovuti ai tassi passivi sulla raccolta (ad esempio i conti correnti). Se dunque \u00e8 aumentato il margine d\u2019interesse, la differenza tra questi due aggregati \u00e8 aumentata. E infatti le banche hanno aumentato i tassi sui prestiti, senza aumentare proporzionalmente quelli sui depositi, come si pu\u00f2 vedere in Figura 3. Questo effetto della politica monetaria \u00e8 abbastanza comune, ma in questo caso \u00e8 particolarmente forte<\/a>.<\/p>\n\n\n\n

Figura 3<\/em><\/p>\n\n\n

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\"\"<\/a><\/figure><\/div>\n\n\n

Fonte: elaborazione propria su dati Banca d’Italia – Base dati statistica. Differenza tra \u201cTassi d’interesse armonizzati – prestiti alle societ\u00e0 non finanziarie – consistenze\u201d e \u201cTassi d’interesse armonizzati – depositi – societ\u00e0 non finanziarie e famiglie – consistenze\u201d. Valori in percentuale.<\/em><\/p>\n\n\n\n

La concorrenza tra banche non ha dunque spinto verso l\u2019alto il tasso sui depositi e la ragione \u00e8 che le banche non hanno al momento necessit\u00e0 di attrarre liquidit\u00e0 e di farsi concorrenza a questo scopo. Anche dopo la fine delle operazioni di quantitative easing<\/em> (denominato in maniera pi\u00f9 precisa Asset Purchase Programmes, APP<\/a>) le banche europee rimangono in possesso di un grande ammontare di liquidit\u00e0 che hanno ottenuto negli ultimi anni in cambio di titoli dalla BCE. Inoltre, dalle privatizzazioni degli anni \u201990, il settore bancario italiano \u00e8 sempre pi\u00f9 concentrato<\/a> e non stupisce che la concorrenza nella raccolta sia a dir poco viscosa<\/em><\/a>. Venuta meno la concorrenza, le banche praticamente decidono il prezzo dell\u2019output (i prestiti) e dell\u2019input (i depositi) e ottengono cos\u00ec un tasso di profitto assai elevato.<\/p>\n\n\n\n

Come notano De Grauwe e Ji (2023)<\/a>, inoltre, le banche europee (e dunque anche quelle italiane) hanno un ulteriore vantaggio. In precedenza, cardine della politica della BCE era il tasso di rifinanziamento principale<\/em> e un sistema definito a corridoio<\/em>: la BCE controllava infatti il tasso a cui prestava e riceveva riserve sul mercato overnight<\/em> e le banche si prestavano tra loro riserve nel mercato interbancario a un tasso oscillante tra i due margini (altrimenti era pi\u00f9 conveniente rivolgersi alla banca centrale stessa). Inoltre, la BCE concedeva liquidit\u00e0 in cambio di titoli con una scadenza maggiore (una settimana) tramite le operazioni di rifinanziamento principale<\/em>. In una situazione di abbondanza di liquidit\u00e0 questi meccanismi perdono rilevanza, poich\u00e9 le banche hanno gi\u00e0 la liquidit\u00e0 di cui necessitano e non ne richiedono altra n\u00e9 alla banca centrale n\u00e9 nel mercato interbancario (si veda anche Cesaratto, 2023<\/a>). Assume dunque particolare importanza il tasso a cui la banca centrale remunera i depositi presso di s\u00e9<\/a> (sistema a pavimento<\/em>). Aumentando il tasso a cui le banche depositano in sicurezza riserve presso la BCE, aumenta anche il tasso sui prestiti che le banche elargiscono ai clienti: per prestare al pubblico, con un certo livello di rischio maggiore rispetto a depositare presso la banca centrale stessa, le banche chiedono tassi pi\u00f9 alti e cos\u00ec la politica monetaria restrittiva della BCE si trasmette all\u2019economia. Ne risulta per\u00f2 che la BCE sta remunerando le riserve bancarie ad un tasso molto alto, con diversi miliardi di utili assicurati al sistema bancario (De Grauwe e Ji stimano addirittura oltre 150 miliardi annui). Praticamente questo meccanismo determina un sussidio<\/em> per il sistema bancario europeo, che si traduce in minori \u201cprofitti\u201d per la banca centrale (se si pu\u00f2 parlare di profitti per un\u2019istituzione come la banca centrale) e minori entrate per i Paesi dell\u2019eurozona, \u201cazionisti\u201d della BCE.<\/p>\n\n\n\n

In una fase storica in cui i salari reali italiani, gi\u00e0 diminuiti negli ultimi 30 anni, sono stati ulteriormente ridotti dalla fiammata inflazionistica (L\u2019inflazione in Italia. Cause, conseguenze, politiche<\/em>; a cura di Pianta M. (2023), Roma: Carocci), l\u2019aumento dei profitti del settore bancario<\/a> dovuto all\u2019aumento del margine di interesse (a sua volta legato anche alla mancanza di concorrenza) e a sussidi pubblici implica effetti distributivi particolarmente iniqui. Infatti, se il settore bancario ottiene maggiori profitti, il salario reale \u00e8 ulteriormente ridotto: da un lato le imprese possono infatti traslare questi maggiori costi sui prezzi, dall\u2019altro i lavoratori subiscono sia l\u2019aumento dei prezzi, sia l\u2019aumento del tasso d\u2019interesse su mutui e credito al consumo.<\/p>\n\n\n\n

Mentre De Grauwe e Ji (2023) propongono delle soluzioni \u201ctecniche\u201d volte ad evitare di sussidiare le banche, cio\u00e8 stabilire una quota pi\u00f9 o meno grande di riserve presso la BCE che sia remunerata a tasso zero, molti Paesi europei hanno introdotto o rafforzato le imposte sui profitti bancari<\/a>. Esemplare il caso della Spagna, che \u00e8 riuscita a tassare efficacemente i profitti di banche<\/a> ed imprese energetiche. Tuttavia, in Italia il Governo Meloni ha varato un\u2019imposta sugli \u201cextraprofitti\u201d del settore bancario particolarmente arzigogolata che ha ottenuto un gettito irrisorio<\/a>.<\/p>\n\n\n\n

Da un lato sono senz\u2019altro apprezzabili le proposte di De Grauwe e Ji, come pure l\u2019idea di aumentare le imposte sui profitti (magari con una formulazione legislativa sensibilmente pi\u00f9 efficace e mordace), specialmente in presenza di disuguaglianze crescenti, dall\u2019altro \u00e8 importante considerare anche la possibilit\u00e0 di modifiche pi\u00f9 strutturali del settore bancario: di fronte alla sostanziale assenza di concorrenza si potrebbe intervenire con una maggiore regolamentazione di settore, obbligando le banche ad aumentare il tasso sui depositi (le raccomandazioni della Banca d\u2019Italia non vincolanti<\/a> restano sostanzialmente lettera morta), oppure con l\u2019utilizzo di banche pubbliche di propriet\u00e0 dello Stato che tutelino le famiglie lavoratrici e ristabiliscano la concorrenza bancaria, aumentando i tassi sui depositi e prestando a tassi agevolati a categorie sociali da tutelare (si ricorda inoltre il ruolo svolto da banche etiche e credito cooperativo).<\/p>\n\n\n\n

Discorso a parte riguarda l\u2019opportunit\u00e0 e lo scopo della scelta di aumentare i tassi d\u2019interesse di riferimento in risposta alla crisi inflattiva, decisione basata su teorie monetariste che nel conflitto distributivo colpiscono sistematicamente il lavoro<\/a>.<\/p>\n\n\n\n


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* I crediti deteriorati riducono il valore della posta all\u2019attivo e direi che sono considerati nelle rettifiche di valore su crediti.<\/p>\n\n\n\n

di valore su crediti.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Riccardo Zolea discute gli effetti della politica monetaria restrittiva della BCE degli ultimi due anni sui bilanci bancari, ricordando che nel 2023 le banche hanno realizzato profitti estremamente elevati legati proprio alle politiche monetarie della BCE. Dopo aver illustrato la relazione tra abbondanza di liquidit\u00e0, rialzo dei tassi d’interesse e concentrazione nel sistema bancario, Zolea richiama l\u2019attenzione su alcuni elementi critici dal punto di vista dell’equit\u00e0 e delle disuguaglianze.<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":0,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_jet_sm_ready_style":"","_jet_sm_style":"","_jet_sm_controls_values":"","_jet_sm_fonts_collection":"","_jet_sm_fonts_links":"","footnotes":""},"categories":[14],"tags":[2030,1573,1264,293],"autore":[925],"acf":[],"yoast_head":"\nProfitti bancari e politica monetaria restrittiva, Riccardo Zolea | Menab\u00f2 di Etica ed Economia<\/title>\n<meta name=\"description\" content=\"Di Riccardo Zolea (15 Giugno 2024). 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