ALL'INTERNO DEL

Menabò n. 216/2024

1 Giugno 2024

Non è ancora finita: l’applicazione della direttiva sui salari minimi*

Torsten Müller e Thorsten Schulten intervengono sulla direttiva europea, dell’ottobre 2022, sul salario minimo, sostenendo due tesi. La prima è che la direttiva, malgrado la sua denominazione, non ha soltanto l’obiettivo di assicurare a tutti i lavoratori e le lavoratrici salari minimi adeguati in quanto intende favorire anche la diffusione della contrattazione collettiva. La seconda è che la direttiva sta avendo e ha avuto effetti, in molti paesi, anche prima del suo recepimento, il cui termine è previsto per il prossimo novembre.

L’obiettivo principale della direttiva dell’Unione europea sui salari minimi adeguati, adottata nell’ottobre 2022, non è, malgrado il suo nome, solo quello di garantire salari minimi adeguati. Si tratta anche di promuovere la contrattazione collettiva per la determinazione dei salari. Sebbene gli Stati membri dell’UE abbiano tempo fino a metà novembre di quest’anno per recepire la direttiva nel loro diritto nazionale, essa sta già influenzando gli sviluppi rispetto a entrambi gli obiettivi in una serie di Paesi.

La direttiva elenca quattro criteri di cui gli Stati membri devono tenere conto nel fissare i salari minimi legali. Ma offre anche valori di riferimento indicativi: il 60% del salario lordo mediano (al di sotto del quale si trova la metà dei salariati) e il 50% del salario lordo medio. Questi valori stabiliscono di fatto una “doppia soglia di decenza” per un salario minimo nazionale, non vincolante dal punto di vista giuridico ma che costituisce un forte punto di riferimento normativo anche a prescindere dal recepimento formale della direttiva.

I Paesi con livelli salariali più elevati tenderanno a utilizzare come parametro di riferimento il 60% della mediana, quelli con livelli più bassi il 50% della media. Molti Paesi dell’Europa centrale e orientale, in particolare, hanno salari mediani piuttosto bassi; quindi, la mediana non è un indicatore adeguato.

Influenzare la determinazione dei salari. La doppia soglia di decenza può influenzare la definizione dei salari minimi nazionali in quattro modi principali. Il più diretto è l’integrazione nella legislazione nazionale. In Bulgaria, il Codice del lavoro è stato emendato nel febbraio 2023 per stabilire che il salario minimo legale sarà fissato al 50% del salario lordo medio il 1° settembre di ogni anno. La Repubblica Ceca ha emendato il proprio Codice del lavoro nel marzo di quest’anno, stabilendo che il salario minimo legale dovrà raggiungere almeno il 47% del salario medio entro il 2029. Altri Paesi avevano introdotto valori di riferimento già prima dell’adozione della direttiva; in Lituania, ad esempio, il salario minimo dovrebbe essere compreso tra il 45 e il 50% della media. In Slovacchia la legge va addirittura oltre la soglia della doppia decenza, stabilendo che il salario minimo deve essere pari al 57% della media.

La seconda via è agire sulla soglia di riferimento per i decisori politici. In Croazia, un decreto governativo che stabilisce il salario minimo legale per il 2024 vi fa esplicito riferimento. A Malta, la Commissione per i bassi salari ha fatto lo stesso nella sua raccomandazione. In Irlanda e in Estonia la soglia viene utilizzata come riferimento per i piani di aumento del salario minimo nel tempo. In Irlanda, il governo si è impegnato ad aumentare il salario minimo legale al 60% del salario mediano nazionale entro il 2026. In Estonia, i sindacati, i datori di lavoro e il governo hanno concluso un “accordo di buona volontà” tripartito nel maggio 2023 con l’obiettivo di aumentare il salario minimo legale al 50% della media entro il 2027.

In terzo luogo, in alcuni Paesi la soglia ha suscitato un dibattito sull’adeguatezza dei salari minimi e sull’opportunità di farne il punto di riferimento ufficiale. In Germania, ad esempio, l’aumento straordinario del salario minimo nell’ottobre 2022 – giustificato con il riferimento alla bozza di direttiva di allora – ha rafforzato il dibattito politico sull’inserimento del valore di riferimento del 60% del salario lordo mediano nella legge sui salari minimi. Anche in Lettonia e in Spagna sono in corso discussioni sull’indicatore appropriato per l’adeguatezza dei salari minimi.

In quarto luogo, la doppia soglia di decenza sta già influenzando le politiche di salario minimo, fornendo ai sindacati un argomento in più. In Ungheria e Romania, i sindacati hanno utilizzato la soglia per ottenere un aumento del salario minimo nelle discussioni con il governo e i datori di lavoro. Nei Paesi Bassi, la Federazione olandese dei sindacati (FNV) si batte per un salario minimo equo di 16 euro l’ora. Lo slogan della FNV, Voor een better bestaan-60% Mediaan (Per una vita migliore – 60% della mediana), fa esplicito riferimento alla versione mediana della soglia. In realtà, la direttiva ha già influenzato le rivendicazioni sindacali anche al di fuori dell’Europa: la Confederazione sindacale giapponese, Rengo, ha chiesto un aumento graduale del salario minimo dal 46% al 60% della mediana, facendo riferimento alla direttiva.

Aumentare la copertura della contrattazione. Per promuovere la contrattazione collettiva (settoriale), la direttiva obbliga gli Stati membri con una copertura contrattuale inferiore all’80% a stabilire un piano d’azione per – appunto – promuovere la contrattazione collettiva e aumentare progressivamente la copertura. Come indica il grafico sottostante, solo otto Stati membri raggiungono questa soglia di copertura; quindi, la maggior parte di essi sarà tenuta a produrre un piano d’azione.

Copertura della contrattazione collettiva (%) nell’UE (2021 o ultimo anno disponibile)

Fonte: Banca dati OECD-AIAS ICTWSS

Come nel caso della soglia di doppia decenza per salari minimi adeguati, questo parametro di riferimento per un’adeguata copertura della contrattazione sta già influenzando i dibattiti di riforma in una serie di Paesi anche prima del recepimento. In Irlanda, dove la copertura è del 34%, nel marzo 2021 è stato istituito un gruppo di lavoro tripartito di alto livello per formulare raccomandazioni volte ad aumentare la copertura della contrattazione all’80%. Anche in Germania questa soglia è diventata un punto di riferimento nei dibattiti su come invertire il declino della copertura. Il Ministero del lavoro ha annunciato un pacchetto legale per promuovere la contrattazione collettiva, che includerà tra l’altro un progetto di legge federale sugli appalti pubblici. Tale Bundestariftreuegesetz avrebbe lo scopo di garantire che gli appalti pubblici a livello nazionale siano assegnati solo alle aziende che applicano le disposizioni dei contratti collettivi.

L’obbligo di promuovere la contrattazione collettiva avrà probabilmente le conseguenze più profonde nell’Europa centrale e orientale, dove, con l’eccezione di Croazia e Slovenia, i contratti collettivi coprono solo un terzo della forza lavoro, o anche meno. In Romania, nel dicembre 2022 è stata approvata una nuova legge sul dialogo sociale. Con l’obiettivo di rafforzare la contrattazione collettiva a tutti i livelli (e promuovere la sindacalizzazione), questa legge sostanzialmente capovolge la maggior parte delle misure introdotte nel 2011 per decentralizzare la contrattazione e indebolirla. Per la maggior parte dei Paesi dell’Europa centrale e orientale, tuttavia, un aumento significativo della copertura della contrattazione collettiva richiederebbe un cambiamento di regime, il passaggio da un sistema di contrattazione prevalentemente aziendale a uno più settoriale.

Significato concreto. Come si è visto, anche prima del suo recepimento formale nelle legislazioni nazionali, la direttiva ha influenzato la definizione dei salari minimi e la diffusione della contrattazione collettiva in diversi Paesi. La doppia soglia di decenza ha contribuito in modo significativo ai sostanziali aumenti dei salari minimi introdotti quest’anno.

Ma il concreto impatto della direttiva dipenderà in ultima analisi dalla sua attuazione a livello nazionale. Poiché la direttiva non definisce standard vincolanti, ma crea piuttosto un quadro politico di riferimento, rafforzando gli attori nazionali che sostengono salari minimi adeguati e una forte contrattazione collettiva, la sua applicazione sarà contestata. C’è ancora molta strada da fare, anche dopo la promulgazione della direttiva.


* Questo articolo è stato originariamente pubblicato in inglese su Social Europe (www.socialeurope.eu) il 2 maggio 2024

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