Milos Ciganovic e Giuseppe Ragusa richiamano l’attenzione sui numerosi studi secondo cui l’impatto dell’intelligenza artificiale (IA) sulla produttività, nonostante gli ingenti investimenti e l'ottimismo delle imprese, è trascurabile ed è forte divario il divario tra aspettative e attuali capacità dell'IA. È molto probabile che gli effetti positivi richiederanno decenni per materializzarsi ma le attuali valutazioni delle aziende più direttamente connesse all’IA appaiono eccessive e una dolorosa correzione potrebbe profilarsi all'orizzonte.
Milos Ciganovic e Giuseppe Ragusa richiamano l’attenzione sui numerosi studi secondo cui l’impatto dell’intelligenza artificiale (IA) sulla produttività, nonostante gli ingenti investimenti e l'ottimismo delle imprese, è trascurabile ed è forte divario il divario tra aspettative e attuali capacità dell'IA. È molto probabile che gli effetti positivi richiederanno decenni per materializzarsi ma le attuali valutazioni delle aziende più direttamente connesse all’IA appaiono eccessive e una dolorosa correzione potrebbe profilarsi all'orizzonte.
Andrea Pezzoli argomenta che il ricco e variegato menù di risposte avanzate sia in Europa che negli Stati Uniti per contrastare il potere delle Big Tech, pare integrare le condizioni per un “esperimento naturale”, volto a comprendere le conseguenze delle diverse scelte, siano esse di natura prevalentemente regolatoria o centrate sull’applicazione della disciplina antitrust. Quel che è certo è che, in un quadro così articolato, la necessità di collaborazione tra le diverse istituzioni a livello nazionale e globale non è solo auspicabile ma indispensabile. Eppure…
Andrea Pezzoli argomenta che il ricco e variegato menù di risposte avanzate sia in Europa che negli Stati Uniti per contrastare il potere delle Big Tech, pare integrare le condizioni per un “esperimento naturale”, volto a comprendere le conseguenze delle diverse scelte, siano esse di natura prevalentemente regolatoria o centrate sull’applicazione della disciplina antitrust. Quel che è certo è che, in un quadro così articolato, la necessità di collaborazione tra le diverse istituzioni a livello nazionale e globale non è solo auspicabile ma indispensabile. Eppure…
Giorgio Ricchiuti esamina il declino dell’egemonia statunitense alla luce della teoria dei cicli sistemici e del pensiero di Gramsci. Dopo aver illustrato come i dazi e le tensioni geopolitiche recenti riflettano una crisi più profonda di ordine globale, Ricchiuti sostiene che l’egemonia è una costruzione storica che si basa su forza, economia e immaginario simbolico. La sua conclusione è che l’attuale fragilità dell’ordine mondiale rispecchia l’incapacità di proporre un nuovo futuro condiviso.
Giorgio Ricchiuti esamina il declino dell’egemonia statunitense alla luce della teoria dei cicli sistemici e del pensiero di Gramsci. Dopo aver illustrato come i dazi e le tensioni geopolitiche recenti riflettano una crisi più profonda di ordine globale, Ricchiuti sostiene che l’egemonia è una costruzione storica che si basa su forza, economia e immaginario simbolico. La sua conclusione è che l’attuale fragilità dell’ordine mondiale rispecchia l’incapacità di proporre un nuovo futuro condiviso.
Gianfranco Viesti muovendo dall’osservazione che venti anni fa vedere un turista a Bari era raro mentre nel 2024 le presenze sono state quasi 2 milioni, si propone di spiegare le ragioni di questo fenomeno e, inoltre, di individuare e valutare, in termini generali, gli impatti positivi e negativi del turismo che è in fortissimo aumento nelle città italiane. I primi non mancano ma i secondi sono molto rilevanti e legati, in particolare, alle preoccupanti conseguenze, urbane e sociali, dell’utilizzo delle abitazioni per fini turistici.
Gianfranco Viesti muovendo dall’osservazione che venti anni fa vedere un turista a Bari era raro mentre nel 2024 le presenze sono state quasi 2 milioni, si propone di spiegare le ragioni di questo fenomeno e, inoltre, di individuare e valutare, in termini generali, gli impatti positivi e negativi del turismo che è in fortissimo aumento nelle città italiane. I primi non mancano ma i secondi sono molto rilevanti e legati, in particolare, alle preoccupanti conseguenze, urbane e sociali, dell’utilizzo delle abitazioni per fini turistici.
FOCUS
Andrea Borghesi racconta i 16 giorni di lotta dei lavoratori della Giuliani Arredamenti - hub produttivo di Poltronesofà - che, dopo anni di sfruttamento con tirocini extracurricolari e contratti di somministrazione, il 14 aprile sono rimasti fuori dai cancelli e si sono rivolti al sindacato. Con un presidio permanente, una campagna mediatica pressante e coinvolgendo gli attori istituzionali locali, la CGIL ha strappato un accordo di stabilizzazione. Una vertenza simbolo contro la precarietà del lavoro e uno spot per il Sì ai prossimi Referendum.
FOCUS
Annalisa Cicerchia e Martina Caroleo sintetizzano i principali contenuti del recente Rapporto 2024 dell’Osservatorio sull’Impatto Socio-Economico delle Dipendenze (OISED) che offre un quadro articolato della situazione delle dipendenze nel nostro paese: dai dati sulle persone con varie dipendenze prese in carico dai servizi pubblici e del privato sociale, ai diversi modelli organizzativi dei servizi per le dipendenze, alla proposta di una metodologia sperimentale per monitorare gli effetti dell’Autonomia Differenziata in materia di dipendenze.
FOCUS
Fabrizio De Filippis e Luca De Benedictis ci offrono un intenso ricordo di Luca Salvatici tragicamente e improvvisamente scomparso lo scorso 6 maggio che è stato loro allievo, collega e, soprattutto, amico di una vita.
CONTRAPPUNTI
Vieri Ceriani e Annibale Dodero rilevano le criticità del Concordato Preventivo Biennale dopo la scadenza dei termini per aderirvi. Le adesioni, scarse, sembrano essere soprattutto di chi prevede per l’immediato futuro imponibili più elevati di quanto proposto dal fisco, con conseguenze negative per il gettito. Inoltre, sono possibili comportamenti opportunistici, ingiustificate premialità in campo Iva, effetti negativi sulla crescita economica e sull’equità del sistema tributario e appare irragionevole l’applicazione del CBP alle società di capitali.
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