ALL'INTERNO DEL

Menabò n. 213/2024

13 Aprile 2024

Le reti rischiano di frenare la transizione energetica in Europa*

Elizabeth Cremona illustra un problema che rischia di costituire un serio ostacolo al successo della transizione energetica in Europa. Si tratta della limitata capacità della rete elettrica rispetto alle esigenze da soddisfare per raggiungere gli obiettivi di diffusione dell’energia eolica e verde. Cremona documenta come in moltissimi paesi europei la capacità delle reti è pianificata su previsioni di utilizzo, in particolare, del solare significativamente inferiore a quello fissata come obiettivo e indica i possibili interventi correttivi.

La transizione elettrica europea con il turbo è in pieno svolgimento. La crescita della capacità eolica e solare continua a battere record. Le prospettive per il solare rimangono positive e per l’eolico Wind Europe ha recentemente previsto che le installazioni cresceranno annualmente a un tasso tale da permettere all’Unione Europea di andare molto vicina al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi fissati nel piano REPowerEU.

Si tratta di una buona notizia per l’Europa, soprattutto considerando che siamo in presenza di tensioni geopolitiche e di un’inflazione elevata. Un mix di elettricità più pulita riduce i prezzi dell’energia, con vantaggi sia per i consumatori che per l’industria. Esiste infatti un chiaro legame tra il successo della transizione energetica, la competitività industriale e la stabilità finanziaria dell’Europa. L’elettricità pulita è inoltre fondamentale per ridurre la dipendenza dell’Europa dalle importazioni di combustibili fossili, soggette a rischi di volatilità, e quindi per garantire una maggiore sicurezza energetica a tutto il blocco. 

Tuttavia, mentre gli investimenti nelle tecnologie pulite raggiungono livelli record, il rischio, finora trascurato, è che non risulti adeguata la capacità della rete. I segnali di stress del sistema stanno diventando sempre più visibili, richiamando l’attenzione sul ruolo centrale delle reti nella decarbonizzazione dell’economia europea e ponendo questo problema in cima all’agenda politica. Si sono già formate lunghe code di connessione alla rete, con oltre 600 gigawatt di energia eolica e solare bloccati nella pipeline in soltanto quattro Paesi europei e le energie rinnovabili sono sempre più soggette a limitazioni della produzione.

Il problema non sono quindi le energie rinnovabili, ma le reti a cui devono connettersi. Esiste un legame diretto tra queste limitazioni causate dalla congestione della rete e la mancanza di progressi nello sviluppo della rete.

Una pianificazione non adatta allo scopo

Il modo in cui vengono pianificate le reti non è più adatto allo scopo. Secondo un recente rapporto del think-tank sull’energia Ember, il quadro di riferimento per la pianificazione delle reti non è allineato con le esigenze di una transizione energetica in piena regola. 

Ember ha confrontato i piani di rete di 26 gestori di sistemi di trasmissione (TSO) in Europa con gli obiettivi di politica energetica per l’eolico e il solare nei rispettivi Paesi. Il risultato è che 11 piani si basano su scenari energetici inadeguati, ed in misura significativa, per raggiungere gli obiettivi delle politiche. La combinazione di obiettivi più ambiziosi con le tendenze dei mercati accresce il rischio che le reti non siano in grado di sostenere la prevista diffusione dell’eolico e del solare.

Le reti devono svolgere un ruolo fondamentale nella transizione energetica, trasportando l’energia eolica e solare dalla fonte all’utente finale. Tuttavia, piani obsoleti potrebbero far sì che gli investimenti e lo sviluppo della rete siano in ritardo rispetto alle necessità e che quindi si crei una barriera fisica alla transizione.

Ritardi temporali

Questo disallineamento tra i piani di rete e gli obiettivi delle politiche deriva probabilmente da uno sfasamento temporale tra la definizione della politica nazionale e lo sviluppo dei piani. In molti Paesi la normativa impone ai TSO di attenersi agli obiettivi energetici fissati dalla legislazione nazionale. Tuttavia, il processo di recepimento degli obiettivi nella legislazione spesso richiede circa due anni, e un piano di rete basato su tali obiettivi richiede altri due anni per essere sviluppato.

Ciò significa che un piano di rete pubblicato nel 2023 si baserebbe su obiettivi politici nazionali recepiti nella legislazione nel 2021, probabilmente discussi a livello politico nel 2019 o nel 2020. La pianificazione della rete è quindi sistematicamente in ritardo rispetto alle crescenti ambizioni europee e nazionali. Inoltre, gli obiettivi stessi recepiscono con ritardo i mutamenti nelle condizioni esterne, ed in particolare nelle prospettive di mercato. Di conseguenza, i piani di rete faticano a tenere il passo con la rapida evoluzione del panorama energetico.

Questo ritardo emerge in modo evidente quando si confrontano i piani di rete dei TSO con le previsioni di mercato sulla diffusione del solare. Il solare è costantemente sottostimato nei piani di rete, e si può stimare che 19 Paesi sui 23pianificano le loro reti elettriche sulla base di previsioni di capacità solare al 2030 significativamente inferiore a quella fissata come obiettivo. La sottostima raggiunge nell’insieme 205GW, una cifra impressionante, considerato che si avvicina alla totalità del solare installato oggi nell’UE (263GW). Questo scollamento con le tendenze in atto implica che, a meno di non adottare misure correttive, la congestione della rete potrebbe peggiorare nel breve termine e volumi maggiori di capacità solare potrebbero rimanere bloccati nelle code di connessione alla rete.

Questo divario si estende alle tecnologie pulite in rapido sviluppo, tra cui l’eolico (anche se è molto meno disallineato) e le batterie. Sebbene non siano specificamente progettati per tenere conto delle tendenze del mercato, i piani di rete dovrebbero comunque essere in grado di adattarsi, con lungimiranza, all’evoluzione del panorama degli investimenti. Ciò è particolarmente importante in quanto le tecnologie energetiche pulite possono essere diffuse molto più rapidamente rispetto alla costruzione o all’aggiornamento delle linee di trasmissione.

Più lungimiranti

L’Europa deve seguire due linee d’azione per garantire che le reti non costituiscano un ostacolo alla transizione energetica. In primo luogo, l’implementazione di una varietà di soluzioni non cablate può, in modo rapido ed economico, alleviare lo stress del sistema, aumentando la capacità della rete. Una possibilità è quella di migliorare la flessibilità del carico – riducendo i picchi di prelievo e di immissione attraverso lo stoccaggio, la gestione della domanda e l’utilizzo di strumenti finanziari. Il TSO olandese TenneT, ad esempio, ha proposto iniziative rivolte alle grandi aziende e ai grandi consumatori con l’obiettivo di ridurre, con incentivi finanziari, la loro utilizzazione dell’elettricità nelle ore di punta, così alleviando la pressione sulla rete.

In secondo luogo, il quadro normativo nazionale deve essere rivisti per fare in modo che gli operatori di rete siano più lungimiranti. Le reti elettriche dovrebbero facilitare la diffusione delle tecnologie rinnovabili e pulite, ma questo non sarà possibile se i piani di rete rimarranno esclusivamente ancorati agli obiettivi stabiliti dalla legislazione nazionale all’inizio del ciclo di pianificazione. La regolamentazione dovrebbe incoraggiare gli operatori di rete a utilizzare, per pianificare le loro reti, scenari energetici che riflettano meglio le evoluzioni delle politiche e delle dinamiche di mercato.

Alcuni gestori di rete, come i TSO tedeschi e finlandesi, hanno già adottato un approccio di questo tipo, implementando strategie di “rete obiettivo” che guardano al 2040 e oltre. Questo è fondamentale anche per consentire investimenti tempestivi nella rete, un tema molto sentito a livello europeo: è chiaramente impossibile identificare tali investimenti se la pianificazione della rete si svolge nei confini della politica attuale o, peggio, di quella passata.

L’attenzione della politica per le reti deve essere sfruttata per implementare soluzioni che affrontino il problema critico e tangibile della capacità delle reti, che rischia di frenare la transizione energetica.


* Questo articolo è stato originariamente pubblicato in inglese su Social Europe (www.socialeurope.eu) il 3 Aprile 2024.

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