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Nuove regole fiscali europee: ascensore per il declino?

Andrea Boitani e Roberto Tamborini sostengono che contrariamente alla narrazione governativa, il nuovo Patto di stabilità uscito dall'Ecofin non è affatto un compromesso accettabile. E non perché forse sarà necessario qualche punto in più di austerità, ma perché si indebolisce la UE di fronte alle sfide del futuro prossimo. Come nel dilemma del prigioniero, gli interessi nazionali e la sfiducia hanno prodotto una soluzione in cui tutti finiremo per perdere, destinati al declino e all'irrilevanza, risucchiati nelle sfere d’influenza altrui.
Andrea Boitani e Roberto Tamborini sostengono che contrariamente alla narrazione governativa, il nuovo Patto di stabilità uscito dall'Ecofin non è affatto un compromesso accettabile. E non perché forse sarà necessario qualche punto in più di austerità, ma perché si indebolisce la UE di fronte alle sfide del futuro prossimo. Come nel dilemma del prigioniero, gli interessi nazionali e la sfiducia hanno prodotto una soluzione in cui tutti finiremo per perdere, destinati al declino e all'irrilevanza, risucchiati nelle sfere d’influenza altrui.
Giovanni Carnazza ed Emilio Carnevali ricordano che la riforma del Patto di Stabilità e Crescita era stata invocata da più parti con il duplice scopo di semplificare il quadro delle regole fiscali europee e rimuovere i difetti di “prociclicità” del vecchio impianto. Esaminando l’accordo sulle nuove regole raggiunto nella riunione dello scorso dicembre dai ministri delle finanze europei, Carnazza e Carnevali illustrano le ragioni per le quali esso rischia di impedire il raggiungimento di entrambi gli obiettivi.
Giovanni Carnazza ed Emilio Carnevali ricordano che la riforma del Patto di Stabilità e Crescita era stata invocata da più parti con il duplice scopo di semplificare il quadro delle regole fiscali europee e rimuovere i difetti di “prociclicità” del vecchio impianto. Esaminando l’accordo sulle nuove regole raggiunto nella riunione dello scorso dicembre dai ministri delle finanze europei, Carnazza e Carnevali illustrano le ragioni per le quali esso rischia di impedire il raggiungimento di entrambi gli obiettivi.
Pietro Modiano e Marco Onado, presentando il loro recente volume (Illusioni perdute. Banche, imprese, classe dirigente in Italia dopo le privatizzazioni, Il Mulino, 2023), argomentano che la politica di privatizzazioni avviata negli anni Novanta è stata l’ennesima occasione mancata della storia economica italiana rispetto alle imprese industriali ma non per il settore bancario, dove è stata superata la frammentazione con la formazione di almeno due gruppi di statura europea.
Pietro Modiano e Marco Onado, presentando il loro recente volume (Illusioni perdute. Banche, imprese, classe dirigente in Italia dopo le privatizzazioni, Il Mulino, 2023), argomentano che la politica di privatizzazioni avviata negli anni Novanta è stata l’ennesima occasione mancata della storia economica italiana rispetto alle imprese industriali ma non per il settore bancario, dove è stata superata la frammentazione con la formazione di almeno due gruppi di statura europea.
Massimiliano Massimiliani affronta la tragica questione della sistemazione territoriale tra Israele e Palestina ricostruendo la storia delle diverse proposte avanzate al riguardo. Riferendosi all’arco temporale compreso tra il Mandato britannico, successivamente alla prima guerra mondiale, e l' inizio dei negoziati di pace degli anni '90, Massimiliani dà conto dell’origine e del destino delle proposte avanzate per la costituzione di due Stati separati oppure di uno stato bi-nazionale.
Massimiliano Massimiliani affronta la tragica questione della sistemazione territoriale tra Israele e Palestina ricostruendo la storia delle diverse proposte avanzate al riguardo. Riferendosi all’arco temporale compreso tra il Mandato britannico, successivamente alla prima guerra mondiale, e l' inizio dei negoziati di pace degli anni '90, Massimiliani dà conto dell’origine e del destino delle proposte avanzate per la costituzione di due Stati separati oppure di uno stato bi-nazionale.

FOCUS

Martina Caroleo e Annalisa Cicerchia intervengono sull’invecchiamento della popolazione a livello mondiale, sottolineando che gli anni di vita in più solo in piccola parte sono anche anni di vita sana in più. La questione centrale è quella dell’invecchiamento sano al quale le Nazioni Unite hanno voluto dedicare il decennio in corso. Un loro recente rapporto, a un terzo del decennio, si propone di fare il punto della situazione e indicare il percorso da seguire. Caroleo e Cicerchia ne sintetizzano i principali contenuti.

FOCUS

Giuseppe Pignataro e Cristina Specchi intervengono sulle borse di studio per gli studenti universitari entrando nel dibattito sul disegno della misura e sulle sue condizionalità. Riportando i risultati dell’analisi di una politica attuata dall’ Azienda per il Diritto allo Studio dell’Emilia-Romagna (ERGO), Pignataro e Specchi mostrano come una differente organizzazione temporale delle condizionalità e delle erogazioni possa migliorare le performance degli studenti e il take-up della misura.

FOCUS

Samuele Poy dopo aver illustrato il percorso normativo che sta portando alla scelta del luogo in cui realizzare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, sottolinea come la procedura, introdotta di recente, che consente l’autocandidatura dei territori può generare rischi non trascurabili in termini di minore sicurezza, opportunismo politico e mancato coinvolgimento del territorio. La sua conclusione è che non si deve rinunciare all’utilizzo di criteri scientifici inattaccabili e alla condivisione piena delle scelte con le comunità locali.

CONTRAPPUNTI

Enrico D’Elia si occupa di imposte patrimoniali e riflette sulla possibilità che esse, modificando la base imponibile, colpiscano oltre agli evasori anche i pensionati ed il ceto medio, sui quali la pressione fiscale è già elevata. D’Elia sostiene che l’esclusione dell’abitazione di proprietà dalla base imponibile può limitare questo aggravio impositivo, ma solo l’introduzione di una franchigia abbastanza alta potrebbe garantire l’ampio consenso politico necessario per introdurre imposte patrimoniali.

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