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Ruggero Paladini continua la sua analisi del recente libro (The Triumph of Injustice) di Saez e Zucman esaminando le proposte di riforma fiscale avanzate dai due autori per il sistema statunitense: l’introduzione di un’imposta personale sui grandi patrimoni e di una nuova imposta su tutti i redditi per finanziare un sistema sanitario pubblico; la revisione della progressività dell’imposta sui redditi e la previsione di un credito di imposta sui dividendi. Paladini valuta pregi, limiti e realizzabilità di queste proposte e ne suggerisce la rilevanza per l’Europa.
Ruggero Paladini continua la sua analisi del recente libro (The Triumph of Injustice) di Saez e Zucman esaminando le proposte di riforma fiscale avanzate dai due autori per il sistema statunitense: l’introduzione di un’imposta personale sui grandi patrimoni e di una nuova imposta su tutti i redditi per finanziare un sistema sanitario pubblico; la revisione della progressività dell’imposta sui redditi e la previsione di un credito di imposta sui dividendi. Paladini valuta pregi, limiti e realizzabilità di queste proposte e ne suggerisce la rilevanza per l’Europa.
Ruggero Paladini nella prima parte di un contributo che proseguirà nel prossimo Menabò si occupa del recente libro di Saez e Zucman, concentrandosi sulla tesi secondo cui negli scorsi decenni in USA all’1% più ricco sarebbe andata un quota crescente non solo del reddito lordo ma anche di quello al netto delle tasse. Quest’ultima tesi è al centro di accesi dibattiti e di recente ha attirato anche l’attenzione dell’Economist. Paladini illustra i problemi da affrontare, tra cui quello della determinazione dell’incidenza delle imposte, e fornisce una valutazione articolata della tesi di Saez e Zucman.
Ruggero Paladini nella prima parte di un contributo che proseguirà nel prossimo Menabò si occupa del recente libro di Saez e Zucman, concentrandosi sulla tesi secondo cui negli scorsi decenni in USA all’1% più ricco sarebbe andata un quota crescente non solo del reddito lordo ma anche di quello al netto delle tasse. Quest’ultima tesi è al centro di accesi dibattiti e di recente ha attirato anche l’attenzione dell’Economist. Paladini illustra i problemi da affrontare, tra cui quello della determinazione dell’incidenza delle imposte, e fornisce una valutazione articolata della tesi di Saez e Zucman.
Ruggero Paladini nella seconda parte del suo articolo delinea gli aspetti comuni a tutte le imposte patrimoniali; discute gli obiettivi dell’ imposta patrimoniale, a cominciare da quello di una più che giustificata redistribuzione della ricchezza e quindi del reddito. Si sofferma, poi, sulle differenze rispetto alle imposte sui redditi da capitale e spiega perché l’imposta sul valore patrimoniale risulta più efficiente. Infine enuncia alcuni problemi dell’imposta: dal rischio di occultamento della ricchezza all’effetto psicologico del termine “patrimonio”.
Ruggero Paladini nella seconda parte del suo articolo delinea gli aspetti comuni a tutte le imposte patrimoniali; discute gli obiettivi dell’ imposta patrimoniale, a cominciare da quello di una più che giustificata redistribuzione della ricchezza e quindi del reddito. Si sofferma, poi, sulle differenze rispetto alle imposte sui redditi da capitale e spiega perché l’imposta sul valore patrimoniale risulta più efficiente. Infine enuncia alcuni problemi dell’imposta: dal rischio di occultamento della ricchezza all’effetto psicologico del termine “patrimonio”.
Ruggero Paladini, nella prima delle due parti del suo articolo, dopo aver osservato che l’imposta sulle grandi ricchezze è tornata d’attualità ed ha ottenuto un via libera all’ONU, oltre che l’appoggio di alcuni milionari e miliardari, descrive la situazione attuale con particolare riferimento all’Europa dove esistono quattro wealth tax e, nel caso della Francia, un’imposta sul solo patrimonio immobiliare. Quanto al nostro paese, non mancano le imposte sui redditi patrimoniali, ma esse soffrono di molte distorsioni.
Ruggero Paladini, nella prima delle due parti del suo articolo, dopo aver osservato che l’imposta sulle grandi ricchezze è tornata d’attualità ed ha ottenuto un via libera all’ONU, oltre che l’appoggio di alcuni milionari e miliardari, descrive la situazione attuale con particolare riferimento all’Europa dove esistono quattro wealth tax e, nel caso della Francia, un’imposta sul solo patrimonio immobiliare. Quanto al nostro paese, non mancano le imposte sui redditi patrimoniali, ma esse soffrono di molte distorsioni.
Maurizio Franzini riflette su una delle questioni centrali nel libro di Guido Alfani, As Gods among men. A history of the rich in the West: la legittimazione sociale dei ricchi o super ricchi. Dopo aver riassunto le tesi di Alfani sulle diverse modalità in cui si è cercato di favorire tale legittimazione nel corso dei secoli, Franzini si sofferma sulle due modalità oggi più ricorrenti: la filantropia e le imposte progressive, interrogandosi anche sul rapporto tra legittimazione dei ricchi e giustizia sociale.
Maurizio Franzini riflette su una delle questioni centrali nel libro di Guido Alfani, As Gods among men. A history of the rich in the West: la legittimazione sociale dei ricchi o super ricchi. Dopo aver riassunto le tesi di Alfani sulle diverse modalità in cui si è cercato di favorire tale legittimazione nel corso dei secoli, Franzini si sofferma sulle due modalità oggi più ricorrenti: la filantropia e le imposte progressive, interrogandosi anche sul rapporto tra legittimazione dei ricchi e giustizia sociale.
Demetrio Guzzardi e Elisa Palagi, applicando una metodologia originale, indagano le tendenze della distribuzione dei redditi in Italia. I due autori rilevano che la crisi del 2008 ha accentuato le disuguaglianze, favorendo principalmente l'1% e lo 0.1% più ricco. Queste tendenze sono aggravate dal sistema fiscale, che è solo debolmente progressivo e diventa addirittura regressivo per il 5% più ricco, che, in proporzione al proprio reddito, contribuisce con una quota inferiore di tasse rispetto al resto dei cittadini.
Demetrio Guzzardi e Elisa Palagi, applicando una metodologia originale, indagano le tendenze della distribuzione dei redditi in Italia. I due autori rilevano che la crisi del 2008 ha accentuato le disuguaglianze, favorendo principalmente l'1% e lo 0.1% più ricco. Queste tendenze sono aggravate dal sistema fiscale, che è solo debolmente progressivo e diventa addirittura regressivo per il 5% più ricco, che, in proporzione al proprio reddito, contribuisce con una quota inferiore di tasse rispetto al resto dei cittadini.
Mikhail Maslennikov presenta le principali evidenze empiriche contenute nel Global Tax Evasion Report pubblicato a fine ottobre dall’Osservatorio Fiscale Europeo diretto da Gabriel Zucman. Maslennikov illustra quella che considera una fotografia in chiaroscuro dell’azione di contrasto ai fenomeni di abuso fiscale in ambito internazionale nell’ultimo decennio e commenta le soluzioni avanzate nel Rapporto allo scopo di riconciliare la globalizzazione con una maggiore giustizia fiscale.
Mikhail Maslennikov presenta le principali evidenze empiriche contenute nel Global Tax Evasion Report pubblicato a fine ottobre dall’Osservatorio Fiscale Europeo diretto da Gabriel Zucman. Maslennikov illustra quella che considera una fotografia in chiaroscuro dell’azione di contrasto ai fenomeni di abuso fiscale in ambito internazionale nell’ultimo decennio e commenta le soluzioni avanzate nel Rapporto allo scopo di riconciliare la globalizzazione con una maggiore giustizia fiscale.
Francesca Subioli sulla base delle evidenze raccolte nel primo Global Tax Evasion Report 2024 curato dall’EU Tax Observatory e presentato recentemente a Roma, traccia un bilancio dei successi e degli insuccessi delle politiche dirette a contrastare l’evasione fiscale internazionale e delinea l’agenda per il futuro. Subioli dà anche conto di alcune riflessioni sulla concreta implementazione della lotta all’evasione fiscale in Italia e sul legame che esiste tra fiscalità e disuguaglianze emerse nell’evento di presentazione del Rapporto.
Francesca Subioli sulla base delle evidenze raccolte nel primo Global Tax Evasion Report 2024 curato dall’EU Tax Observatory e presentato recentemente a Roma, traccia un bilancio dei successi e degli insuccessi delle politiche dirette a contrastare l’evasione fiscale internazionale e delinea l’agenda per il futuro. Subioli dà anche conto di alcune riflessioni sulla concreta implementazione della lotta all’evasione fiscale in Italia e sul legame che esiste tra fiscalità e disuguaglianze emerse nell’evento di presentazione del Rapporto.
Gabriele Letta esamina la concentrazione dei patrimoni in Italia e le potenziali implicazioni distributive di un’eredità universale. Dopo una sintetica descrizione delle differenze tra i trend di concentrazione che emergono dai dati amministrativi e da quelli statistici, Letta effettua alcune simulazioni statiche sui dati survey della Banca d’Italia (SHIW, 2016), comparando, in diversi scenari, gli effetti redistributivi di una patrimoniale e di un trasferimento universale di capitale ai giovani.
Gabriele Letta esamina la concentrazione dei patrimoni in Italia e le potenziali implicazioni distributive di un’eredità universale. Dopo una sintetica descrizione delle differenze tra i trend di concentrazione che emergono dai dati amministrativi e da quelli statistici, Letta effettua alcune simulazioni statiche sui dati survey della Banca d’Italia (SHIW, 2016), comparando, in diversi scenari, gli effetti redistributivi di una patrimoniale e di un trasferimento universale di capitale ai giovani.
Mikhail Maslennikov riflette sulla portata del recente accordo del G7 Finanze relativo al ridisegno delle regole di tassazione internazionale d’impresa, inquadrandolo nel più ampio processo negoziale in corso sotto l’egida G20/OCSE. In particolare, Maslennikov, anche attraverso il confronto tra i contenuti dell’accordo e quanto previsto nei Blueprint Reports pubblicati dall’OCSE a ottobre 2020, mette in luce alcuni aspetti positivi ma anche alcuni punti critici, che necessitano chiarimenti, dell’accordo.
Mikhail Maslennikov riflette sulla portata del recente accordo del G7 Finanze relativo al ridisegno delle regole di tassazione internazionale d’impresa, inquadrandolo nel più ampio processo negoziale in corso sotto l’egida G20/OCSE. In particolare, Maslennikov, anche attraverso il confronto tra i contenuti dell’accordo e quanto previsto nei Blueprint Reports pubblicati dall’OCSE a ottobre 2020, mette in luce alcuni aspetti positivi ma anche alcuni punti critici, che necessitano chiarimenti, dell’accordo.
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