ALL'INTERNO DEL

Menabò n. 197/2023

15 Luglio 2023

Storie parallele, opportunità disuguali?

Andrea Boitani racconta le vite parallele di Giuseppe e Nicola, che sono nati nello stesso paese del Sud Italia, ugualmente brillanti e impegnati negli studi, ma i cui percorsi sono stati poi molto differenti. Le vite di Giuseppe e Nicola sono un’occasione per riflettere sui temi dell’uguaglianza di opportunità, del merito e delle disuguaglianze di risultato che si trasmettono alle generazioni successive.

Due ragazzi, un paese del Sud

Ho conosciuto, in tempi e luoghi diversi, due uomini nati in un piccolo paese della Puglia, a circa trenta anni di distanza l’uno dall’altro. Si chiamano Giuseppe e Nicola, entrambi del secolo scorso: Giuseppe dei primi anni Trenta, Nicola dei primi anni Sessanta. Da loro ho saputo che avevano frequentato la stessa scuola elementare e media del loro paese. Giuseppe è figlio di un bravo ciabattino di nome Francesco e di una casalinga, Agata. Nicola, invece, è figlio di un professore universitario e di una piccola proprietaria di terre. Di entrambi ignoro il nome.

Giuseppe, nell’immediato secondo dopoguerra, frequenta il liceo nella città più vicina al suo paese. Anche Nicola frequenta il liceo, ma in un noto collegio di religiosi a Bari. Entrambi sono molto bravi e diligenti. Giuseppe anche più che diligente: eccelle in matematica e in italiano, scrive temi molto belli, pieni di fantasia e di passione. Nicola è molto bravo in storia e in fisica, affascinato in particolare dall’astrofisica.

Finito il liceo, Giuseppe si iscrive all’Università di Bari, dove entra con una borsa di studio dell’arcivescovado. Facoltà di Matematica. Nicola, invece, si trasferisce a Milano e studia – a spese della famiglia – in una prestigiosa università privata, laureandosi a pieni voti in Economia, dopo aver discusso una tesi in materie bancarie e finanziarie.

Giuseppe

Mentre frequenta l’università con successo, Giuseppe si innamora di una giovane del suo paese, Concetta. In poco tempo, i due decidono di sposarsi. Un anno dopo il matrimonio, nasce il primo figlio: ha un leggero handicap. Le cure (e la cura) sono costose e prendono tempo. Concetta, che ha fatto le scuole magistrali, è già maestra. I due giovani genitori tirano avanti come possono, aiutati dalle due famiglie di origine, a loro volta di pochi mezzi. Giuseppe ce la fa a laurearsi in Matematica. Per trovare rapidamente un lavoro e cominciare a guadagnare, Giuseppe approfitta di un concorso appena bandito per diventare maestro. Lo vince e viene assegnato a Roma, dove si trasferisce anche la moglie, nel frattempo nuovamente incinta. Nascerà una bimba sanissima, che diventerà con gli anni una intelligente, sensibile e splendida fanciulla. Intanto, le condizioni di salute del primo figlio peggiorano, con crescenti disagi per la famiglia.

Nicola

Una volta laureato, Nicola va a specializzarsi a Londra in una famosa business school, dove incontra persone di ogni parte del mondo. Stringe amicizia, in particolare, con un ragazzo indiano, Raj, brillante rampollo di una famiglia dalla ricchezza favolosa, con cui nascerà in seguito un robusto sodalizio professionale. Tornato in Italia nel 1990, si stabilisce a Milano e, introdotto dal suo professore, comincia a lavorare in quella che chiamano “una boutique finanziaria”. In poco tempo, Nicola si arricchisce parecchio (la sua specialità è il trading) e fa arricchire la società per cui lavora, di cui presto diventa partner. Dopo qualche anno, la società viene ceduta a un grande istituto bancario. Nicola è miliardario (in lire) e viene assunto come capo del trading dalla banca cui è stata ceduta la boutique. Conosce Ludovica, una ragazza graziosa, simpatica, di buona famiglia e tante frequentazioni giuste. Si sposano e, in breve, hanno quattro figli, due femmine e due maschi (gemelli), tutti sani. A meno di quarant’anni Nicola si ritira, gonfio di soldi, per dedicarsi solo alla cura del suo patrimonio finanziario (cosa che riesce a fare molto bene) e, marginalmente, alle figlie più grandi, che frequentano fin dalla più tenera età una esclusiva scuola internazionale, dove imparano perfettamente l’Inglese e il Tedesco. 

Giuseppe

Giuseppe e Concetta, negli anni Sessanta del secolo scorso, fanno i maestri a Roma, nella stessa scuola. Giuseppe scrive libri sulla didattica della Matematica alle elementari, lodati anche da una mitica professoressa di un famoso liceo della capitale, il Torquato Tasso. Giuseppe, nella sua scuola sperimenta l’unità di studio e lavoro con i ragazzi della sua classe, che coltivano l’orto della scuola (una rarità, credo) piantando e seminando lungo le linee di figure geometriche, di cui devono (mentalmente) calcolare perimetri e aree, dopo aver misurato lati e raggi con metri a fettuccia. I ragazzini sono prima sospettosi, poi, via via, entusiasti. Le mamme meno: lamentano di dover lavare troppo spesso i grembiuli inzaccherati! Giuseppe scrive anche novelle, che legge a centinaia di ragazzine e ragazzini riuniti nel refettorio della scuola (dove il tempo pieno è per tutti). Il protagonista è un ciabattino, alter ego del babbo di Giuseppe. Le storie incantano i piccoli ascoltatori. Dopo un po’ vengono pubblicate. Ma i diritti d’autore non migliorano molto le fortune economiche della famiglia.

Le condizioni di salute del primo figlio, invece, peggiorano continuamente, tanto che prima dei diciotto anni muore. Giuseppe non è più lui. Cade in depressione. Continua a insegnare, ma non ottiene più l’incarico per l’intero ciclo di cinque anni. Il dirigente scolastico non lo ritiene più in grado di “tenere in mano” i piccoli di prima e seconda. Giuseppe si ammala gravemente e muore: ha 45 anni. Concetta e la figlia vivono una vita stentata. La figlia completa gli studi secondari e si iscrive alla Scuola per assistenti sociali della Sapienza. Nel frattempo, intraprende una carriera di modella. Ma non è disposta ad accettare scambi impropri, che potrebbero spianarle una strada che si dimostra ad alto prezzo. Rinuncia alla moda e decide di mettere a frutto i suoi studi, ottenendo, dopo alcuni anni di precariato, un impiego a tempo indeterminato in una struttura di assistenza per ragazzi problematici in Puglia, non lontano da dove erano nati i suoi genitori. Credo che viva ancora lì, forse sposata, forse con figli. Ne ho perso le tracce. Concetta ha vissuto una vecchiaia breve, anche lei tornata in Puglia dopo la pensione.

Nicola

Dopo le prime due figlie e qualche anno passato tra giocare in Borsa e giocare a golf, Nicola ha l’occasione della vita. Mentre la moglie di Nicola, Ludovica, sta per partorire i due gemelli, Nicola riesce a raccogliere i fondi necessari a comprare una delle prime banche telematiche italiane, messa in vendita da un grande gruppo. Nicola ne diventa amministratore delegato. Sono con lui un paio di colleghi, ma soprattutto ottiene il supporto (di capitale) del vecchio amico di Londra, Raj. L’operazione si rivela un grande successo: con le selezionate, facoltose conoscenze che i tre hanno in Italia riescono a fare una raccolta ricca e stabile. Sono bravi, danno consigli equilibrati, fanno guadagnare bene i loro clienti, senza rischiare troppo. Raj garantisce la solidità patrimoniale. Dopo pochi anni, prima che scoppi la crisi finanziaria, Nicola e i suoi amici (compreso Raj) rivendono le loro quote a un grande gruppo bancario estero, realizzando multipli significativi del capitale iniziale. Sono tutti multimilionari (in euro). Raj, che lo era già prima, di più. 

Maggiore il successo professionale, più complicata diviene la vita matrimoniale, anche se le due ragazze e i due bambini crescono benissimo. Nicola, lasciata Ludovica, si è risposato e si gode una pensione dorata da quando ha meno di cinquant’anni. Ha potuto aiutare senza problemi, le due figlie e i due gemelli a frequentare prestigiose università in Italia, Francia, Inghilterra e America. Le figlie hanno intrapreso carriere di successo nell’ambito della ricerca scientifica “di frontiera”. Vivono entrambe all’estero. Una è sposata e attende il secondo figlio. I due gemelli studiano a Berlino per diventare musicisti: sono due pianisti molto promettenti. Sognano di formare un duo di qualità e successo, come i famosi fratelli danesi Arthur e Lucas Jussen. E il sogno potrebbe tradursi in realtà.

Stretta la foglia, larga la via… Cosa ci dicono storie parallele di Giuseppe e Nicola (sia pure distanziate nel tempo) sulla questione dell’uguaglianza delle opportunità, per non dire della questione del merito? Non è compito di questa noterella biografica arrivare alle conclusioni. Credo che nel libro di Elena Granaglia (Uguaglianza di opportunità. Sì, ma quale?, Laterza, 2022) e nei vari interventi sul merito e le opportunità pubblicati da Menabò negli ultimi due anni, i lettori possano trovare tanti spunti.

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