ALL'INTERNO DEL

Menabò n. 214/2024

28 Aprile 2024

Per lo sviluppo delle comunità: un’esperienza argentina

Ariel Oscar García, mentre si è appena avviata la presidenza Milei in Argentina, riprende da Peron l’idea che le comunità organizzate siano alla base della sovranità popolare e illustra un’esperienza di costruzione di mercati alternativi nella provincia di Buenos Aires. Il programma Cuenta DNI mira a integrare cooperative, piccole imprese e consumatori utilizzando originali strumenti finanziari. L’esperienza connota un’innovazione istituzionale con cui appare proficuo riflettere anche con riferimento alla situazione italiana.

In questa nota intendo analizzare il contributo del peronismo e, più in generale, del pensiero nazional- popolare alla definizione di un intervento pubblico orientato alla costruzione di una comunità organizzata. A questo scopo farò riferimento all’esperienza argentina del Programma Cuenta DNI Banco Provincia de Buenos Aires in coordinamento con il Programma Mercati di Buenos Aires. Prima, però, darò conto in modo essenziale delle principali posizioni, rilevanti in questo ambito, del governo di Milei e della coalizione “La LIbertad avanza”.

All’inizio del 2024, l’Argentina attraversa una fase di grande incertezza e complessità. Il successo di Milei è stato inteso soprattutto come una forma di punizione per la classe politica ma potrebbe essere scaturito anche dall’esigenza di un nuovo rapporto tra società, Stato e mercato, dopo il fallimento dei governi di sinistra nell’assicurare migliori condizioni di vita alla maggioranza dei cittadini. Il problema non è esclusivamente argentino, ma riguarda tutto il mondo occidentale come dimostrano, in primo luogo, le trasformazioni del mondo del lavoro. In ogni caso, l’arrivo dell’estrema destra al governo avviene nel contesto di una crisi complessiva di quei valori progressisti che avevano favorito il ritorno dell’Argentina alla democrazia dal 1983.

Circa un secolo fa, Francesco Ercole, Ministro dell’Educazione Nazionale nel governo Mussolini, dichiarò che il fascismo rappresenta la “fede nella Nazione” e assume la libertà dell’individuo. Oggi, dall’altra parte dell’Atlantico, la coalizione “La Libertad Avanza” che ha portato Milei al governo propone “il rispetto illimitato del progetto di vita dell’altro”, “libertà e proprietà privata” (“Piattaforma elettorale nazionale 2023”). Ed enuncia un obiettivo centrale: “Tornare ad essere il Paese fiorente che eravamo all’inizio del 1900”. Quindi, un ritorno alla grande nazione oligarchica del passato. Non essendo, però, possibile evocare, come per l’Italia, un passato di splendore imperiale si fa appello alle opacità tardo-coloniali (Carbone, in El cohete a la luna, 2023).

Il progetto tacito del governo de “La Libertad Avanza” delega la politica estera a paesi centrali e gruppi finanziari data l’assenza di un progetto nazionale. Inoltre, rinuncia al principio della governabilità e della gestione quotidiana del territorio, proteso nei tentativi di neoliberalizzazione delle società che si sono diffusi a partire dagli Stati centrali e periferici a partire dagli anni ’70. Nello specifico, i tradizionali progetti neoliberisti cercano di essere chiari nel senso di attuare linee guida verso l’apertura del mercato, la deregolamentazione economica e l’assistenza sociale per contenere i loro effetti dannosi sulla distribuzione del reddito e della ricchezza. D’altra parte, nel progetto libertario di Milei si osserva una politica di crudeltà negli atti simbolici (definanziamento delle arti audiovisive, ritiro dei farmaci oncologici per i pazienti in situazioni vulnerabili, diminuzione della presenza alle mense comunitarie, ecc.). 

Come si vede, l’attuale governo è contrario ai valori della solidarietà e all’intervento dello stato a favore dei ceti popolari maggioritari. Più in generale viene criticato il ruolo dello Stato come guida del mercato interno e come equalizzatore delle opportunità. In questa critica allo stato (che Milei chiama “organizzazione mafiosa”), si ritrovano  versioni distorte e banalizzanti, senza storia né geografia. In questo senso si tratta di un progetto politico che sembra intenzionato a utilizzare lo Stato come arma contro il popolo visto che gli interventi proposti non mirano a dare risposta a questioni fondamentali per le persone (salute, istruzione, sviluppo sociale, regolamentazione dei prezzi, ecc.) in base all’idea che tutto può essere risolto dal mercato.

In quanto segue avanzerò una breve valutazione della dottrina peronista, della sua eredità e dell’attualità. Successivamente presenterò, alla luce anche di quella valutazione, un caso di intervento finanziario bancario, in senso inclusivo: il programma Cuenta DNI del Banco Provincia de Buenos Aires.

Breve cenni al peronismo: la sua genesi e la sua prospettiva economica.

«La nostra comunità, alla quale dobbiamo aspirare, è una comunità dove libertà e responsabilità sono causa ed effetto, in cui c’è il piacere di farne parte, fondato sulla convinzione della dignità propria. Una comunità dove l’individuo ha realmente qualcosa da offrire al bene generale, qualcosa da integrare e non soltanto la sua presenza muta e timorosa» (Juan Domingo Perón, La comundidad organizada, 1954 ).

I riferimenti al 17 ottobre 1945 occupano un posto di rilievo nella letteratura che si occupa della storia politica argentina contemporanea. E’ quello il giorno della marcia dei ‘descamisados’ che sembra non solo segnare la nascita del peronismo, ma anche contenere e condensare le chiavi per comprenderne la natura. Le diverse descrizioni e interpretazioni di ciò che accadde quel giorno, tra loro diverse e persino contraddittorie, possono essere viste come le storie di un vero e proprio mito delle origini. Comprendere l’essenza di questo movimento politico è difficile per un argentino (A. Grimson, Que es el peronismo?) ed è forse impossibile per chi non lo è. In particolare non è di aiuto la classica distinzione sinistra-destra. Si tratta di una costruzione politica molto attenta a quanto esprime la società civile dove le domande insoddisfatte vengono elaborate e articolate in condizioni di parità, un leader provvede a selezionarle e si costituisce quindi un confine interno che divide la società in due campi, non necessariamente destra e sinistra in senso stretto.  Per comprendere il peronismo è più utile riferirsi al conflitto tra chi sta “sopra” e chi sta “sotto”, un conflitto di natura diversa da quello marxista perché non esclude la ricerca di un’alleanza di classe se si presenta, ad esempio, la necessità di una fase protezionista.

Le diverse interpretazioni di quel giorno fanno riferimento all’emergere di una leadership “rivoluzionaria popolare”, all’affermarsi di una “dittatura bonapartista”, alla nascita di un’esperienza “nazional-populista”, equivalente alla marcia su Roma del Duce, o allo svolgersi del mostruoso rituale della consacrazione di un genio malvagio. Diverse versioni alimentano una sorta di mito dell’origine del peronismo e identificano negli avvenimenti del 17 ottobre 1945 una svolta nella storia del Paese (Neiburgin El 17 de Octubre cincuenta años después, 1995  a cura di J.C.Torre). Tuttavia, fino a poco tempo fa erano molto diffuse visioni pregiudizievoli e stigmatizzanti di quel mito fondatore, così come una semplicistica individualizzazione del suo leader, il generale Perón, così come dei leader che possono essere riconducibili a lui (Eva Duarte, Néstor Kirchner, Cristina Fernández). 

Qui non interessa difendere la potenza del mito fondatore, ma piuttosto affrontare – a partire dall’eredità del peronismo – la questione delle forme di costruzione di mercati alternativi in ​​un contesto di internazionalizzazione e finanziarizzazione dell’economia su scala globale, che ebbe grande rilievo nella dottrina economica del peronismo, come mostrano i contenuti del Modelo Argentino para el Desarrollo Nacional, scritto nel 1974 dallo stesso Perón.

In primo luogo, in quel documento si legge che l’attività economica deve essere indirizzata verso scopi sociali e non individualistici, deve rispondere ai bisogni delle persone inserite in una comunità e non ai loro desideri individuali. In questa visione il profitto rappresenta l’equa remunerazione per la funzione sociale svolta dall’impresa e non è giustificato come fine in se stesso.

In secondo luogo, la Terza Posizione, nata all’interno di ciò che a quel tempo era il movimento dei paesi non allineati, si distingue per perseguire una società creativa ed equa, in cui la gestione economica appartiene al paese, inteso come un’unità armoniosa, una comunità, e le conquiste economiche non minacciano la libertà e la dignità delle persone. La concezione economica del peronismo, quindi, non è asettica, non implica interventi tecnocratici ma è parte di una visione del mondo di carattere radicalmente nazionale.

Infine, in materia di interventi per lo sviluppo, nel Modelo Argentino para el Desarrollo Nacional viene implicitamente riconosciuta la tesi che la struttura produttiva fosse squilibrata e dovesse essere oggetto di interventi del governo; di tutto ciò gli strutturalisti latinoamericani erano pienamente consapevoli). Pertanto, si riconosce che l’assistenza tecnica, il sostegno al credito, la politica fiscale e lo sviluppo delle cooperative sono strumenti da utilizzare, in particolare da parte di coloro che producono in condizioni svantaggiate. 

A questo punto, vale la pena chiedersi cosa dovrebbe fare lo Stato affinché l’obiettivo di creare comunità organizzate sia valorizzato, e tali comunità siano integrate in un modello di sviluppo che riconosce la dimensione umana.

L’esperienza del Programma CUENTA DNI del Banco Provincia de Buenos Aires. Come esperienza collettiva, il cooperativismo argentino è emerso alla fine del XIX secolo, 50 anni prima del peronismo. Tuttavia, le forme di organizzazione popolare, in cui la distribuzione del reddito e della ricchezza e un forte mercato interno sono condizioni necessarie, presuppongono un’unità d’azione tra la dottrina peronista e i presupposti fondamentali del cooperativismo, soprattutto in materia di diritti civili ed economici.

Nella Provincia di Buenos Aires – dove il ruolo di governatore è ricoperto per il secondo mandato consecutivo da Axel Kicillof (2019-2027), professore di economia di ispirazione keynesiana, che fu l’ultimo ministro dell’Economia di Cristina Kirchner (2014-2015) – sono molto numerose le esperienze legate a forme cooperative di produzione, distribuzione e consumo. Il sistema bancario statale svolge un ruolo importante nel promuovere lo sviluppo e il consolidamento di mercati alternativi ma il settore cooperativo argentino è solitamente discriminato come soggetto di credito per l’impossibilità di utilizzare i suoi beni comuni come garanzia e per la storica difficoltà a mobilizzare le proprie attività, soprattutto nelle aree a basso livello di capitalizzazione, dipendenti quindi anche dalle strutture dell’economia locale Questo aspetto rilevante si è aggravato perché l’ultima dittatura civile-militare (1976-1983) ha modificato lo statuto della Banca Centrale, indirizzando il risparmio interno a scopi speculativi e limitando il credito produttivo. 

A causa delle sue importanti ondate migratorie, l’Argentina ha un profondo legame con il cooperativismo. Nel corso del 2022 hanno lavorato nelle cooperative 317mila persone, di cui il 28% nel territorio della Provincia di Buenos Aires. In quell’anno, l’area Studi e Statistiche dell’INAES –Istituto Nazionale delle Associazioni e dell’Economia Sociale-, registrò 19.076 cooperative attive nel territorio argentino con quasi 18 milioni di associati (soprattutto nelle cooperative di servizi e di consumo). Di questo totale, il 79% erano cooperative di lavoro. Questo aspetto è centrale nel caso argentino, perché di fronte alle successive crisi economiche, è comune la ricerca di lavoro in schemi di autogestione; in questo senso, le aziende recuperate dai loro lavoratori integrano più di 6mila persone e cercano di discutere nei fatti e in modo creativo il vecchio rapporto centrato su un datore di lavoro.

A causa delle sue importanti ondate migratorie, l’Argentina ha un profondo legame con il cooperativismo trasmesso da molti migranti europei. Nel 2022 hanno lavorato nelle cooperative 317mila persone, di cui il 28% nel territorio della Provincia di Buenos Aires. In quell’anno, l’area Studi e Statistiche dell’INAES –Istituto Nazionale delle Associazioni e dell’Economia Sociale-, ha registrato 19.076 cooperative attive nel territorio argentino con quasi 18 milioni di associati (soprattutto nelle cooperative di servizi e di consumo). Inoltre, le cooperativo di lavoro rappresentavano il 79% del totale. Questo aspetto è molto significativo nel caso argentino, perché con il succedersi delle crisi economiche è divenuto comune cercare lavoro in schemi di autogestione (le aziende acquisite e rigenerate dai loro lavoratori integrano più di 6mila persone e cercano di sostituire nei fatti e in modo creativo la precedente funzione imprenditoriale.

Come si vede si tratta di una estesa popolazione di soggetti che di norma hanno difficoltà ad accedere al credito bancario e anche a bancarizzare (inclusione finanziaria di persone che non avevano un conto bancario) le proprie attività produttive e commerciali. 

Uno strumento che permette di fare fronte a queste difficoltà è la “Cuenta DNI” del Banco Provincia de Buenos Aires cioè di ente autonomo di diritto pubblico provinciale che ha carattere di Banca Statale, secondo uno schema simile al Banco de la Nación Argentina e Banco Ciudad de Buenos Aires); esso consiste in un portafoglio virtuale che offre una serie di vantaggi ai suoi titolari; essi, in particolare possono, beneficiare di sconti del 40% sugli acquisti nelle fiere e nei mercati popolari. . In questo modo si raggiungono due obiettivi: rilanciare le economie locali e finanziare le iniziative produttive delle cooperative o delle piccole imprese familiari. 

Questo portafoglio virtuale è stato sviluppato anche come un’applicazione per cellulare chiamata “Cuenta DNI Comercios” e ciò consente ulteriori vantaggiin particolare si possono addebitare anche le piccole imprese che di solito avevano problemi a digitalizzare e trasferire alle banche le loro transazioni, perché non avevano un conto corrente o non avevano un terminale posnet su cui ricaricare un debito, una carta di credito o un codice QR. Attualmente il programma conta 7,8 milioni di utenti, di cui 113mila sono piccole imprese e imprenditori che si uniscono all’agenda dei nuovi mezzi di raccolta digitale alle migliori condizioni del sistema finanziario argentino. Queste condizioni sono rese possibili da strumenti specifici della Banca della Provincia di Buenos Aires, che sostiene le cooperative attraverso il credito alla produzione pur adattandone la concessione alle caratteristiche e ai tempi di maturazione delle attività economiche del debitore.

Un altro aspetto importante è che la “Cuenta DNI” è integrata con una politica del Ministero dello Sviluppo Agrario della Provincia di Buenos Aires denominata “Mercados Bonaerenses“, che sostiene e promuove una serie di iniziative di Economia Sociale mirate alla produzione di cibo sano e conveniente e alla sua commercializzazione nei mercati popolariNell’aprile 2024, 214 negozi e 1.418 produttori erano registrati nel programma “Mercados Bonaerenses” e all’inizio del 2024 era possibile acquistare cibo fresco con uno sconto del 40% utilizzando la “Cuenta DNI” in quattro mercati attivi tutti i giorni alla periferia di Buenos Aires e in più di 600 fiere mensili nella provincia di Buenos Aires.Il collegamento del programma “Cuenta DNI” del Banco Provincia con l’iniziativa “Mercados Bonaerenses” del governo provinciale, può dare un forte e integrato contributo alla promozione e al finanziamento di mercati alternativi e locali di cibo, con enormi benefici per soddisfare il bisogno di cibo sano a prezzi equi e fermare pratiche antidemocratiche, sleali e predatorie che mettono al centro la libertà senza diritti e una divinizzazione della proprietà privata e di un mercato teorico che si suppone perfetto, senza fallimenti. Ciò affinché la cittadinanza diventi una Comunità Organizzata «che persegue fini spirituali e materiali, che anela a migliorarsi ed essere più giusta, migliore e più felice, in cui l’individuo può realizzarsi e realizzarla simultaneamente, e darà il benvenuto al futuro uomo dalla sua alta torre con la nobile convinzione di Spinoza: ‘Noi sentiamo, sperimentiamo, che siamo eterni’» (Perón, La comunidad organizada, 1954).

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