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Il ritorno della politica industriale e l’antitrust*

Andrea Pezzoli osserva che pandemia, guerre, problemi energetici e climatici hanno accentuato la domanda di politica industriale che, peraltro, non si è mai smesso di fare anche se non si poteva dire. Ma la ripresa di interesse per la politica industriale pone diversi quesiti, tra i quali: può la politica industriale convivere con la disciplina antitrust? Cosa occorre affinché anche la tutela della concorrenza contribuisca a una strategia industriale adeguata alle sfide odierne e non ripeta gli errori del passato?
Andrea Pezzoli osserva che pandemia, guerre, problemi energetici e climatici hanno accentuato la domanda di politica industriale che, peraltro, non si è mai smesso di fare anche se non si poteva dire. Ma la ripresa di interesse per la politica industriale pone diversi quesiti, tra i quali: può la politica industriale convivere con la disciplina antitrust? Cosa occorre affinché anche la tutela della concorrenza contribuisca a una strategia industriale adeguata alle sfide odierne e non ripeta gli errori del passato?
Sergio Paba, nella prima delle due parti del suo articolo, esplora le dinamiche e le strategie adottate dagli Stati Uniti e dall'Europa con l’obiettivo di ridurre la dipendenza economica e tecnologica dalla Cina, ed in particolare il "de-coupling" e il "de-risking". Paba considera i potenziali rischi e benefici di queste strategie, sottolineando i complessi problemi che pone la rilocalizzazione della produzione e indicando le sfide da affrontare per diversificare le catene di fornitura in un contesto globale interconnesso.
Sergio Paba, nella prima delle due parti del suo articolo, esplora le dinamiche e le strategie adottate dagli Stati Uniti e dall'Europa con l’obiettivo di ridurre la dipendenza economica e tecnologica dalla Cina, ed in particolare il "de-coupling" e il "de-risking". Paba considera i potenziali rischi e benefici di queste strategie, sottolineando i complessi problemi che pone la rilocalizzazione della produzione e indicando le sfide da affrontare per diversificare le catene di fornitura in un contesto globale interconnesso.
Laura Bisio, Valeria Cirillo e Matteo Lucchese studiano la dispersione salariale su un campione di imprese italiane basandosi sulla rilevazione CIS (Community Innovation Survey) e trovano che nei servizi ad alta intensità di conoscenza la dispersione salariale è comparativamente maggiore sia nelle che tra le imprese. L’innovazione, inoltre, amplia la dispersione salariale nelle piccole imprese, ma non nelle grandi. Gli autori sottolineano l’importanza di guardare ai fattori istituzionali per spiegare la disuguaglianza.
Laura Bisio, Valeria Cirillo e Matteo Lucchese studiano la dispersione salariale su un campione di imprese italiane basandosi sulla rilevazione CIS (Community Innovation Survey) e trovano che nei servizi ad alta intensità di conoscenza la dispersione salariale è comparativamente maggiore sia nelle che tra le imprese. L’innovazione, inoltre, amplia la dispersione salariale nelle piccole imprese, ma non nelle grandi. Gli autori sottolineano l’importanza di guardare ai fattori istituzionali per spiegare la disuguaglianza.
Federico Esposito, Lorenzo Picarella e Rocco Sciarrone esaminano il mercato italiano dei giochi d’azzardo che ha dimensioni economiche rilevanti e però genera importanti esternalità negative: non solo per le patologie legate al gioco ma anche per la sua vulnerabilità alla criminalità, soprattutto di tipo mafioso. Gli autori si occupano del rapporto tra mafie e azzardo, osservando il modello di regolazione del mercato dei giochi pubblici e focalizzandosi sulle sue dinamiche interne, le articolazioni di filiera, gli interessi in campo, la dimensione normativa.
Federico Esposito, Lorenzo Picarella e Rocco Sciarrone esaminano il mercato italiano dei giochi d’azzardo che ha dimensioni economiche rilevanti e però genera importanti esternalità negative: non solo per le patologie legate al gioco ma anche per la sua vulnerabilità alla criminalità, soprattutto di tipo mafioso. Gli autori si occupano del rapporto tra mafie e azzardo, osservando il modello di regolazione del mercato dei giochi pubblici e focalizzandosi sulle sue dinamiche interne, le articolazioni di filiera, gli interessi in campo, la dimensione normativa.

FOCUS

Paolo Giovannini, nella seconda parte del suo articolo, tenta una verifica dell’ipotesi avanzata nella prima parte pubblicata sullo scorso numero del Menabò, guardando al nuovo contesto internazionale di guerre tradizionali in corso, da una parte, e multipolarità nel possesso di armi nucleari, dall’altra. Sotto molti aspetti, la minaccia nucleare si è mondializzata, perdendo così di “efficacia” e crescendo in pericolosità. Il rischio reale di un annientamento dell’umanità impone una maggiore responsabilità etica nelle relazioni internazionali.

FOCUS

Dennis Tamesberger, Simon Theurl e Daniel Witzani-Haim richiamano l’attenzione sul fenomeno della disoccupazione di lungo periodo. Dopo aver documentato che in Unione Europea la quota dei disoccupati da più di un anno sui disoccupati complessivi è molto elevata, gli autori sostengono che questa disoccupazione genera rilevanti e variegati costi sociali e prendono posizione a favore dell’introduzione, ad opera dell’UE, di un lavoro di garanzia, con specifiche caratteristiche, per questi disoccupati.

FOCUS

Lidia Greco esamina il Piano per la Transizione giusta nella Provincia di Taranto, adottato all’interno del Just Transition Fund europeo diretto a supportare il passaggio dei territori più dipendenti dal carbone verso un’economia climaticamente neutra. Greco sottolinea l’importanza di considerare il JTF non come l’ennesimo finanziamento a carattere compensatorio per la comunità tarantina ma come un’opportunità per realizzare un modello di produzione e di consumo socialmente equo ed economicamente e ambientalmente sostenibile.

CONTRAPPUNTI

Eugenio Levi e Fabrizio Patriarca, partendo dall'analisi dello stile comunicativo del presidente Meloni, analizzano le conseguenze sul sistema politico della mentalità, oggi prevalente, del “noi contro voi” imposta dal populismo. Dopo aver argomentato l’incompatibilità di una tale mentalità con la definizione di programmi di giustizia sociale, gli autori considerano alcune possibili soluzioni che potrebbero essere adottate dai partiti che vogliono risolvere i conflitti sociali piuttosto che identificarsi con una parte per cercare di sopraffare l’altra.

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