ALL'INTERNO DEL

Menabò n. 211/2024

14 Marzo 2024

Dennis Tamesberger, Simon Theurl, Daniel Witzani-Haim,

Europa insicura: l’importanza di garantire un lavoro*

Dennis Tamesberger, Simon Theurl e Daniel Witzani-Haim richiamano l’attenzione sul fenomeno della disoccupazione di lungo periodo. Dopo aver documentato che in Unione Europea la quota dei disoccupati da più di un anno sui disoccupati complessivi è molto elevata, gli autori sostengono che questa disoccupazione genera rilevanti e variegati costi sociali e prendono posizione a favore dell’introduzione, ad opera dell’UE, di un lavoro di garanzia, con specifiche caratteristiche, per questi disoccupati.

Dopo il crollo finanziario del 2008, la percentuale di disoccupati che non hanno un lavoro da un anno o più, negli attuali Stati membri dell’Unione Europea, è aumentata costantemente, passando da circa il 30% al 44% nel 2014. Questa percentuale è successivamente diminuita, ma è tornata al livello pre-crisi solo nel 2020: i mercati del lavoro europei hanno impiegato oltre un decennio per tornare a un tasso di disoccupazione di lunga durata che resta comunque elevato (vedi figura). Chiaramente, siamo di fronte a un fallimento politico dell’UE.

Con la pandemia, la disoccupazione di lunga durata è aumentata di nuovo. In un contesto di aumento del costo della vita e di aumento dei tassi di deprivazione materiale, appaiono necessari interventi politici urgenti nei mercati del lavoro, per dare ai disoccupati di lunga durata un lavoro dignitoso con una retribuzione dignitosa.

Disoccupazione di lunga durata (12 mesi o più) come percentuale (%) della disoccupazione totale (UE27)

Fonte: Eurostat

La disoccupazione di lunga durata ha conseguenze di vasta portata, come ha mostrato la sociologa austriaca Marie Jahodanelle sue ricerche pionieristiche, le cui conclusioni sono valide ancora oggi. La durata della disoccupazione riduce costantemente le possibilità di rioccupazione, a causa sia dell’impatto negativo sulla salute psicofisica e sulle competenze sia della stigmatizzazione da parte dei datori di lavoro. La penalizzazione salariale causata dalla precedente disoccupazione è ben dimostrata, ma sembra essere particolarmente severa per i disoccupati di lunga durata. La disoccupazione di lunga durata è un problema anche per il funzionamento della democrazia, essendo mostrato che con l’allungamento del periodo di disoccupazione si riduce la partecipazione politica.

Uno strumento promettenteUna garanzia di lavoro da parte della UE potrebbe rivelarsi uno strumento promettente per eliminare la disoccupazione di lunga durata, raggiungere la piena occupazione, stabilizzare l’economia e sostenere la transizione verde. L’idea è semplice: lo Stato offre un’opportunità di lavoro con un salario minimo a tutti coloro che sono alla ricerca di un impiego ma non riescono a trovarlo nel mercato del lavoro privato. La partecipazione al programma sarebbe volontaria.

Questi posti di lavoro pubblici dovrebbero essere caratterizzati da condizioni di lavoro eque, contratti a tempo indeterminato e redditi in linea con le condizioni prevalenti nei rispettivi Paesi, con salari fissati da leggi sul salario minimo o da accordi di contrattazione collettiva. Tutto ciò assicurerebbe che la creazione di posti di lavoro pubblici sia in linea con il diritto a un lavoro dignitoso.

L’attenzione potrebbe inizialmente concentrarsi sui soggetti più svantaggiati e vulnerabili, fornendo protezione sociale, prevenendo l’esclusione sociale e rafforzando i valori sociali europei e la partecipazione democratica. Un processo decisionale democratico nella selezione dei posti di lavoro da creare sarebbe fondamentale per garantire un’offerta adeguata di lavoro socialmente utile.

La creazione di posti di lavoro dovrebbe essere ancorata al dialogo con le parti sociali e alla partecipazione di altri attori regionali, per garantire che il programma risponda alle esigenze insoddisfatte dell’area. Una garanzia europea per l’occupazione, evitando la disoccupazione a lungo termine, aumenterebbe la partecipazione politica e permetterebbe all’UE di accrescere il proprio consenso, grazie al finanziamento della produzione di beni e servizi pubblici necessari sul territorio.

L’intervento sui soggetti più vulnerabili integrerebbe politiche universalistiche sul mercato del lavoro e offrirebbe soluzioni a coloro che fanno più fatica a trovare un lavoro. Un modo per misurare il successo delle politiche del mercato del lavoro è la loro capacità di reimpiegare i disoccupati. Poiché il rapido reinserimento lavorativo è inteso come un successo, tali politiche tendono spesso a selezionare coloro che hanno le maggiori possibilità di reinserimento. Questo “cream skimming” potrebbe essere una delle ragioni del tasso di disoccupazione di lunga durata persistentemente elevato tra coloro che si considera abbiano minori possibilità di reimpiego.

Design del progetto. Alcune promettenti esperienze in Francia, Belgio e Austria aiutano a individuare le caratteristiche di una progettazione di successo. Nel 2016, il Parlamento francese ha approvato una legge per finanziare e attuare i Territoires zéro chômeur de longue durée (TZCLD, zone a disoccupazione zero di lunga durata). Il programma, nella sua seconda fase, è stato esteso a 60 comuni, coinvolgendo circa 2.700 partecipanti. Le TZCLD, pur ricevendo finanziamenti nazionali, sono attuate a livello locale attraverso comitati direttivi che comprendono tutte le parti interessate e si rivolgono ai disoccupati di lunga durata del comune.

La regione vallona in Belgio ha avviato un progetto pilota simile, con l’obiettivo di creare opportunità di lavoro per 750 persone prive di lavoro da più di due anni attraverso 17 progetti. Metà del budget di 104 milioni di euro per il periodo 2022-2026 destinato al TZCLD in Belgio proviene dal Fondo sociale europeo.

L’Austria ha una lunga tradizione di programmi pubblici per la creazione di posti di lavoro, a partire dall’Aktion 8.000 negli anni ’80, seguito dall’Aktion 20.000 nel 2017-19 e dal primo esperimento al mondo di garanzia del lavoro con il Modellprojekt Arbeitsplatzgarantie Marienthal (MAGMA) tra il 2020 e il 2024. MAGMA offre un lavoro garantito a chi è disoccupato da più di un anno e ha quasi eliminato la disoccupazione di lunga durata nel comune di Gramatneusiedl. Secondo le valutazioni di economisti dell’Università di Oxford e di sociologi dell’Università di Vienna si sono avuti effetti positivi sul benessere non solo economico dei partecipanti.

Queste iniziative combinano le politiche attive del mercato del lavoro con l’uso di reti locali. Garantendo il diritto a un lavoro dignitoso e provvedendo, se necessario, alla creazione di posti di lavoro offrono opportunità a coloro che altrimenti rimarrebbero indietro. Queste esperienze potrebbero servire da modello per ulteriori programmi di garanzia del lavoro.

Neutrale dal punto di vista fiscale. Nonostante il loro successo oggettivo queste iniziative sono esposte al rischio di essere cancellate per motivazioni ideologiche. Per sostenerle, l’UE potrebbe ampliare le proprie capacità di finanziamento e inserire la garanzia del lavoro nell’ambito del Pilastro europeo dei diritti sociali.

Il costo fiscale di una garanzia occupazionale europea sarebbe neutro nel lungo periodo. I costi lordi sono stati stimati all’1,5% del prodotto interno lordo. Ma una garanzia del posto di lavoro ridurrebbe la spesa pubblica per la disoccupazione in sé, porterebbe a un aumento delle entrate fiscali e dei contributi sociali e aumenterebbe la domanda aggregata. La disoccupazione di lunga durata comporta costi enormi per la società e per l’individuo.

Durante la pandemia, l’UE ha dimostrato la sua capacità di prevenire una grave crisi economica e del mercato del lavoro. Il programma SURE (Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency) ha fornito sostegno finanziario a programmi di lavoro a tempo ridotto in tutta Europa. Questo meccanismo potrebbe servire da modello per una nuova iniziativa di finanziamento di programmi di garanzia del lavoro.

Con NextGenerationEU l’UE ha mostrato di poter mobilitare la propria capacità fiscale per fornire finanziamenti per la ripresa. L’insegnamento della Garanzia europea per i giovani è che una garanzia del lavoro dovrebbe essere finanziata principalmente dal bilancio dell’UE, su una base di solidarietà, con gli Stati membri che contribuiscono in base alla loro capacità finanziaria.

Le spese per i programmi di garanzia dell’occupazione dovrebbero essere escluse dalle nuove regole fiscali. In alternativa, gli Stati membri potrebbero emettere titoli sui mercati finanziari per finanziare i loro programmi. La Banca Centrale Europea potrebbe riprendere, questa volta su base permanente, i programmi temporanei di acquisto di titoli del settore pubblico in modo da fornire sostegno a tali titoli, come è avvenuto durante la crisi dell’eurozona e e la pandemia da Covid-19.

Il tempo per una garanzia europea del lavoro è ora: è solo una questione di volontà politica.


* Questo articolo è stato originariamente pubblicato in inglese su Social Europe (www.socialeurope.eu) il 6 marzo 2024.

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