Menabò n. 189/2023

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Che cosa è il merito?

Marco Santambrogio parte dalla considerazione che il programma meritocratico è definito — anche da John Rawls — come la somma dei due principi delle carriere aperte ai talenti e dell’uguaglianza delle opportunità, che non riguardano la virtù, i.e. il merito morale. Santambrogio sostiene che questo fa cadere le obiezioni basate sulla difficoltà di definire e valutare la virtù e che, lungi dall’incoraggiare la competizione, il programma risponde agli obiettivi del socialismo riformista.
Marco Santambrogio parte dalla considerazione che il programma meritocratico è definito — anche da John Rawls — come la somma dei due principi delle carriere aperte ai talenti e dell’uguaglianza delle opportunità, che non riguardano la virtù, i.e. il merito morale. Santambrogio sostiene che questo fa cadere le obiezioni basate sulla difficoltà di definire e valutare la virtù e che, lungi dall’incoraggiare la competizione, il programma risponde agli obiettivi del socialismo riformista.
Luciano Benadusi e Orazio Giancola ritengono che il recente dibattito su merito/meritocrazia nell’ambito dell’istruzione affondi le radici in una visione che schiaccia l’idea di merito su quella di risultato e sostengono che senza equità non può esservi merito, poiché le carriere scolastiche e gli apprendimenti sono influenzati da molteplici fattori ascrittivi e contestuali. Inoltre, in una società democratica, la funzione dell’istruzione è principalmente quella di formare cittadini attivi e consapevoli piuttosto che preparare a una selezione competitiva.
Luciano Benadusi e Orazio Giancola ritengono che il recente dibattito su merito/meritocrazia nell’ambito dell’istruzione affondi le radici in una visione che schiaccia l’idea di merito su quella di risultato e sostengono che senza equità non può esservi merito, poiché le carriere scolastiche e gli apprendimenti sono influenzati da molteplici fattori ascrittivi e contestuali. Inoltre, in una società democratica, la funzione dell’istruzione è principalmente quella di formare cittadini attivi e consapevoli piuttosto che preparare a una selezione competitiva.
Paolo Brunori e Annaelena Valentini temono che la nuova denominazione del Ministero dell'Istruzione e della meritocrazia contribuisca a confondere il principio di efficienza, che richiede di assegnare i ruoli sociali in base al talento e all'impegno, con il principio di giustizia sociale, che legittima le diseguaglianze che ne derivano. La conseguenza è che si rischia di non prestare attenzione al vero problema: la meritocrazia da sola fallisce nel creare benessere inclusivo, l'obiettivo fondamentale della giustizia sociale.
Paolo Brunori e Annaelena Valentini temono che la nuova denominazione del Ministero dell'Istruzione e della meritocrazia contribuisca a confondere il principio di efficienza, che richiede di assegnare i ruoli sociali in base al talento e all'impegno, con il principio di giustizia sociale, che legittima le diseguaglianze che ne derivano. La conseguenza è che si rischia di non prestare attenzione al vero problema: la meritocrazia da sola fallisce nel creare benessere inclusivo, l'obiettivo fondamentale della giustizia sociale.
Maurizio Franzini interviene sui rapporti tra la disuguaglianza economica e la disuguaglianza ambientale esaminando e commentando due recenti Rapporti sul tema e riflettendo su come si possa intervenire per ridurre entrambe le disuguaglianze, nel breve e nel lungo periodo. Al riguardo Franzini considera diverse politiche e si interroga sulla possibilità che la guerra in Ucraina attivi reazioni e dinamiche che possono modificare le politiche energetiche in senso favorevole alla coesistenza di giustizia economica e ambientale.
Maurizio Franzini interviene sui rapporti tra la disuguaglianza economica e la disuguaglianza ambientale esaminando e commentando due recenti Rapporti sul tema e riflettendo su come si possa intervenire per ridurre entrambe le disuguaglianze, nel breve e nel lungo periodo. Al riguardo Franzini considera diverse politiche e si interroga sulla possibilità che la guerra in Ucraina attivi reazioni e dinamiche che possono modificare le politiche energetiche in senso favorevole alla coesistenza di giustizia economica e ambientale.

FOCUS

Fabian Mushövel e Nicholas Barr intervengono sulla proposta di introdurre un fondo sovrano in Germania per integrare il finanziamento del sistema pensionistico pubblico a ripartizione. Mushövel e Barr osservano, in particolare, che questa misura non sarebbe sufficiente a proteggere il sistema dai rischi derivanti dall’invecchiamento della popolazione e sottolineano come la sostenibilità finanziaria degli schemi previdenziali dipenda sempre, e in modo cruciale, dalla crescita della produzione nazionale.

FOCUS

Gianni Silvestrini spiega come le strategie per contrastare l’emergenza climatica stiano comportando profonde trasformazioni nella generazione elettrica. Il fortissimo calo dei prezzi e l’avvio di politiche incisive, non solo in Europa, hanno consentito alle fonti rinnovabili di dominare la nuova potenza installata nel mondo. Silvestrini sostiene che anche l’Italia, dopo anni di stagnazione, è ripartita e che si apre una fase in cui saranno decisive le scelte sull’approvvigionamento dei minerali critici e sulla loro lavorazione.

FOCUS

Davide Cassese, Valeria Ferroni e Valeria Macauda indagano le ragioni alla base della lenta ripresa dei consumi delle famiglie italiane nel periodo post-pandemia e analizzano gli effetti distributivi dell'inflazione. Dal loro studio emerge che, nonostante le numerose misure fiscali di sostegno ai redditi attuate, la distribuzione asimmetrica del risparmio tra le famiglie e il maggiore impatto dell'inflazione su quelle a basso reddito potrebbe avere l’effetto di moderare i consumi delle famiglie.

CONTRAPPUNTI

Maurizio Franzini, Giovanni Gallo e Michele Raitano si occupano della Misura di Inclusione Attiva (MIA) che è allo studio del Governo e che sostituirà il Reddito di Cittadinanza. Basandosi sulla bozza della MIA circolata nei giorni scorsi, che potrà differire da quella adottata, i tre autori illustrano, con riferimento al lato ‘monetario’ della misura, le differenze principali con il RdC e presentano i risultati di una loro simulazione diretta a stimare principalmente come varieranno il numero dei beneficiari, l’importo che percepiranno e il costo a carico del bilancio pubblico.

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